Mangia al ristorante di Claudio Amendola a Roma, poi lo scontrino: "Quanto ho speso e perché non ci tornerei"

Giulia Crossbow, nota content creator, è entrata al ristorante Frezza a Roma, a pochi passi da Piazza del Popolo, incuriosita dal locale aperto da Claudio Amendola. Così, ha deciso di raccontare ogni dettaglio della sua esperienza culinaria. Non ha taciuto nulla su YouTube.

Ci si aspetta molto da un locale che porta il nome di un attore amato e popolare. Le aspettative erano alte. Il conto, ancora di più. 82 euro in due. Senza vino, ma con diversi piatti fuori menu in quanto 'stagionali'. Piatti tradizionali romani e acqua. Lo scontrino lo mostra chiaramente: la somma finale sorprende.

Antipasto? Una bomba alla coda al costo di 6 euro. Pasta cresciuta fritta servita in padellino. Giulia si aspettava pezzi di coda alla vaccinara. Ma ha trovato pochissima coda, solo sedano e tanto, tantissimo pecorino. "Molto classica, senza pretese. Il sugo è saporito, ma sa più di pecorino che di coda", dice. Una partenza che lascia perplessi. Il condimento sopra, però, le piace: "superiore".

Arriva la carbonara al costo di 15 euro. Mezze maniche corte, abbondante guanciale, porzione generosa. La pasta è al dente, il pecorino è sapido al punto giusto. Ma la crema? Troppa. "A me piace più asciutta. Qui c'è un eccesso di cremosità. Guanciale poco croccante. È rimasto poco sul fuoco", spiega con precisione.

Segue un piatto speciale: fettuccine carciofi e guanciale al costo di 16 euro. Pasta fresca e ben condita. Ma ancora una volta, il guanciale è troppo cotto. E il gusto ne risente.

Claudio Amendola
Fettuccine guanciale e carciofi di Frezza. Fonte: Crossbow

Si passa ai secondi. Il saltimbocca a 16 euro è descritto come "vitello con prosciutto crudo, crema di farina, vino e salvia". Eppure il sapore è debole: "Un po’ insipido". Unico contorno: le puntarelle con acciughine al costo di 8 euro. Buon equilibrio, condite bene, ma i pezzi sono minuscoli: "Troppo piccoli".

Infine il dolce. Tiramisù a 8 euro. Morbido, cremoso, imbevuto di caffè. Ma troppo. I biscotti sono spappolati. "Per me deve tenere la consistenza. Così è troppo bagnato". Il tutto accompagnato solo da acqua minerale, due Coca Cola e 2 caffè. Nessun vino, nessun extra. La ricevuta non mente. Totale: 82 euro.

Mangia da Claudio Amendola, poi il giudizio finale: "Non ho mangiato male, ma non ci tornerei"

Giulia Crossbow non è stata tenera. Ma è stata onesta. Non ha stroncato l’intero pasto. Ha riconosciuto l’equilibrio in alcuni piatti, la bontà della pasta fresca, l’abbondanza delle porzioni. Ha anche riconosciuto un dettaglio spesso trascurato: "Il servizio è stato rapido. Mi hanno cambiato le posate già dopo l'antipasto, il che è strano per una trattoria".

"Non ho mangiato male, ma non ci tornerei". È la frase che chiude il video. Il tono è pacato, ma diretto. E non lascia dubbi. Per chi cerca l’eccellenza nei classici romani, il consiglio è chiaro: forse conviene guardare altrove. Per chi invece è curioso di provare la cucina targata Amendola, l’esperienza resta un’opzione. Ma con aspettative ben calibrate. E magari, evitando i saltimbocca. Una recensione che non fa sconti. Come il conto.

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