Glenn Close, Michael Douglas, una pentola sul fuoco, un coniglio che non doveva finire lì e un desiderio che si trasforma in incubo: tra pochi giorni, Netflix eliminerà dal catalogo uno dei film più disturbanti degli anni Ottanta: Attrazione Fatale. Resterà disponibile solo fino al 14 giugno. È un cult, ma è anche qualcosa di più: una discesa emotiva nel lato più oscuro dell’amore. Quando l’infedeltà diventa un errore irreversibile. Quando una passione accesa in fretta finisce per bruciare tutto.
Attrazione Fatale – “Fatal Attraction” nel titolo originale – è un thriller psicologico del 1987 diretto da Adrian Lyne. Lo stesso regista di 9 settimane e ½ e Proposta indecente. Il protagonista è Dan Gallagher, avvocato di successo a Manhattan. Ha una moglie, Beth, una figlia piccola e una vita in equilibrio. Almeno fino a quando incontra Alex Forrest. È bella, intelligente, magnetica. I due passano un weekend insieme. Ma per Dan è solo un’avventura. Per Alex, invece, è l’inizio di un’ossessione feroce.
New York diventa un labirinto emotivo. Le telefonate si moltiplicano. Le minacce si fanno reali. Il terrore si insinua tra le mura domestiche. E il confine tra amore e vendetta si dissolve. Glenn Close, nei panni di Alex, è impressionante. Cattura ogni sfumatura del dolore, della rabbia, della disperazione. E costruisce un personaggio diventato simbolo: la stalker per eccellenza. La sua performance le è valsa una nomination all’Oscar, così come a Anne Archer nel ruolo di Beth. Il film ottenne sei nomination, tra cui Miglior film e Miglior regia. Ma non vinse. Vinse però il pubblico: 320 milioni di dollari incassati in tutto il mondo. E un posto fisso nell’immaginario collettivo.

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Attrazione Fatale ha lasciato un’eredità enorme. Ha ispirato una generazione intera di thriller erotici e psicologici: da Basic Instinct a Gone Girl, da Effetti collaterali a L’amore bugiardo. Senza Alex Forrest non ci sarebbe l’ossessione cinematografica per la donna imprevedibile, spinta da un amore malato. Senza questo film non ci sarebbe nemmeno il termine “bunny boiler”, usato ancora oggi per definire un’ex che perseguita.
Curiosità? Eccone alcune che fanno gelare il sangue:
- Il film era tratto dal corto Diversion di James Dearden.
- Brian De Palma era stato scelto inizialmente come regista.
- Sharon Stone fece il provino per Alex.
- Il coltello della scena finale era finto: legno e cartone.
- Il finale originale prevedeva il suicidio di Alex e l’arresto di Dan. Fu cambiato dopo le anteprime.
- Il personaggio di Alex è stato associato alla sindrome di Clérambault: delirio erotomane, ossessione e perdita del contatto con la realtà.
Questa è la forza di Attrazione Fatale. Non è solo un film: è un trauma collettivo, raccontato con stile perfetto. Nel 2023, Paramount+ ne ha realizzato una serie TV. Ma niente regge il confronto con l’originale. Quello con Glenn Close. Quello con il coniglio. Quello che sta per sparire da Netflix. Hai solo pochi giorni per vederlo. Dopo, resterà soltanto un ricordo. E il rumore dell’acqua che bolle in cucina.