Il Volo torna in prima serata su Canale 5 con lo show "Tutti per Uno – Viaggio nel tempo". Emozioni vere, cornice magica, ospiti stellari. Eppure, un dettaglio lascia l’amaro in bocca.
Lunedì 19 maggio 2025, in prima serata, è andata in onda la prima delle tre serate evento registrate a Palazzo Te, a Mantova. Lo show, condotto da Antonella Clerici insieme ai tre tenori Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble, ha tenuto incollati milioni di spettatori. Un palco maestoso, un'orchestra imponente, ospiti d'eccezione: Fiorella Mannoia, Eros Ramazzotti, Placido Domingo, Gigi D’Alessio, Gaia, Malika Ayane, Massimo Ranieri e anche Giorgio Panariello per una nota comica.
Il format, come da titolo, era un viaggio musicale nel tempo. E proprio questo ha fatto il trio: ha spaziato tra grandi classici italiani degli anni ’60 e ’70, hit internazionali e brani iconici, rigorosamente reinterpretati. Pubblico entusiasta. Standing ovation. Applausi a scena aperta. Ma nessuno sembra parlare di una cosa: il 'difetto' invisibile ma evidente dello show.
Il Volo, il coraggio mancato: quando la sicurezza vince sulla verità
È stata una serata bellissima, certo e anche gli ascolti lo confermano. Ma anche questa volta Il Volo ha evitato di mettersi davvero in gioco. Hanno eseguito qualche brano originale, incluso qualcosa da "Ad Astra", il loro ultimo album. Ma per il resto? Cover, omaggi, duetti. La loro musica originale è ancora una volta finita in secondo piano. E la domanda sorge spontanea: perché non dedicare una serata solo ai loro brani in tv?
Non è una provocazione. È un’osservazione. Da chi li segue fin dai tempi di "Ti lascio una canzone". Da chi ricorda quando Antonella Clerici li presentava al pubblico per la prima volta. Il loro repertorio esiste. Non manca. Ma forse manca la fiducia nel proporlo per un intero show. È paura di non essere all’altezza delle aspettative negli ascolti? O forse è solo strategia. In fondo, sono molti amati e seguiti.

In un mondo dove la nostalgia funziona sempre, i medley di grandi successi danno sicurezza. Gli ospiti portano appeal. Le emozioni forti sono garantite. Ma la vera emozione, quella che toglie il fiato, forse, nasce solo quando ti spogli davvero davanti al pubblico. Il Volo è amato perché canta con l’anima. Ma quell’anima, a volte, sembra protetta da troppi filtri. Da troppa prudenza.
Nel finale di serata, hanno cantato "Lei" dedicandola ad Antonella. Momento toccante. Ma anche lì, non era un inedito. Era un’altra reinterpretazione. Bellissima, certo. Ma non loro. Il rischio vero, forse, sarebbe salire sul palco senza armature. Senza cover, senza superospiti. Solo loro e le loro meravigliose canzoni. Una serata in cui raccontarsi davvero, per quello che sono oggi. Non solo per quello che il pubblico si aspetta. Forse arriverà quel momento. Forse stanno solo aspettando. Ma finché non lo faranno, resterà sempre quel piccolo vuoto dentro ogni grande applauso. Perché non basta cantare bene. Bisogna anche avere il coraggio di cantare se stessi.