Giulio Beranek torna a far parlare di sé con Gerri, una delle fiction più originali e profonde trasmesse da Rai 1 nell’ultima stagione. Diretta con sguardo umano e politico da Giuseppe Bonito, la serie approda finalmente su Netflix e si prepara a conquistare un nuovo pubblico. La sceneggiatura è firmata da Sofia Assirelli e Donatella Diamanti, mentre la produzione è di Cattleya e Rai Fiction, con il sostegno del Ministero della Cultura, della Regione Puglia e della Fondazione Apulia Film Commission.
Gerri non è solo un crime. È il ritratto di un uomo complesso e di un Sud Italia che respira, soffre e lotta. Il protagonista, Gregorio Esposito, detto Gerri, è un ispettore di origine rom. Lavora in Puglia e si muove tra indagini difficili e tormenti interiori. Ha un passato doloroso e una rabbia che non esplode mai, ma brucia sotto la pelle. È cresciuto in una casa-famiglia, lontano dagli affetti e dalla sicurezza.
Quando viene ritrovato il corpo di Rossella Albani, figlia di un potente avvocato locale, Gerri viene incaricato dell’indagine. Accanto a lui, la nuova viceispettrice Lea Coen, interpretata da Valentina Romani, altrettanto determinata. Le loro strade si intrecciano nel lavoro e nei sentimenti, dando vita a una relazione intensa, fragile, piena di chiaroscuri.
La serie affronta tematiche sociali cruciali. Dietro la facciata dei centri di accoglienza per donne si nascondono traffici e abusi. Il dolore non è solo nelle vittime, ma anche nei colpevoli. Gerri non riesce a mantenere la distanza emotiva. Non può. Indaga con empatia e rabbia. E questo lo mette in conflitto con i suoi superiori, in particolare Alfredo Marinetti (Fabrizio Ferracane), che comincia a indagare sul passato dell’ispettore.
Tra i volti del cast spiccano Irene Ferri, Tony Laudadio, Massimo Wertmüller, Cristina Cappelli e Carlotta Natoli. Tutti contribuiscono a costruire un mondo credibile e vibrante. Le riprese sono state realizzate a Trani, Bisceglie e Molfetta, regalando alla serie un forte radicamento territoriale pugliese.

Gerri, una fiction Rai che parla d’anima e verità
Gerri è stato trasmesso su Rai 1 dal 5 al 26 maggio 2025. Nonostante gli ottimi ascolti – oltre 3,5 milioni di spettatori e il 21% di share alla prima – la serie ha subìto diversi rinvii. Il regista Giuseppe Bonito ha spiegato che queste scelte sono dovute a logiche di palinsesto, escludendo motivazioni di altro tipo. Ha anche ribadito quanto sia urgente una seconda stagione. Perché Gerri stigmatizza i pregiudizi, li guarda in faccia e non li addolcisce.
Ora, con l’arrivo su Netflix, questa fiction può finalmente incontrare il pubblico che merita. Può raggiungere chi l’ha persa in tv e chi cerca storie vere, forti, emotivamente dense. Non si tratta solo di un poliziesco. Si parla di identità, marginalità, empatia. Si parla di ferite personali e collettive.
In un panorama seriale sempre più affollato, Gerri si distingue per coraggio e originalità (nonostante qualche critica per il finale). È una fiction diversa, che non cerca facili compromessi. Che non teme di mostrare l’inquietudine e la fragilità maschile. Il personaggio interpretato da Giulio Beranek resta dentro. Il suo dolore è anche nostro. E il suo sguardo ci obbliga a non voltare la testa.
Per questo la data dell’uscita su Netflix va ricordata. Domani, martedì 17 giugno. È una seconda possibilità. Per chi ha amato Gerri e per chi lo scoprirà adesso. Una fiction che merita il tempo di essere vista. E che, forse, segnerà un nuovo modo di raccontare la giustizia in tv.
