Su RaiPlay il capolavoro che ha trionfato a Cannes: sublime Brad Pitt in un viaggio cosmico e struggente

Su RaiPlay un’opera irripetibile. Un’esperienza visiva e spirituale. E una domanda che ci riguarda tutti: qual è il senso della vita? Terrence Malick lo ha chiesto al cinema. E ha ottenuto la Palma d’Oro al Festival di Cannes nel 2011 per averlo fatto. Il suo film The Tree of Life è disponibile sulla piattaforma della Rai. Una visione che segna. Che interroga. Che ferisce e consola.

Nel cast ci sono Brad Pitt, in una delle sue prove più intense. Sean Penn, silenzioso e tormentato. Jessica Chastain, eterea e luminosa. E tre giovanissimi attori straordinari: Hunter McCracken, Laramie Eppler e Tye Sheridan, al suo debutto.

La storia segue Jack O’Brien, un uomo che ripercorre la propria infanzia. Cresciuto in Texas negli anni ’50, è stato segnato da un padre severo e da una madre amorevole. Ma soprattutto da una perdita impossibile da dimenticare: la morte del fratello R.L. È un film sul tempo, sulla fede, sull’universo. E sull’infanzia che, prima o poi, chiede il conto. Non ci sono scene, ma visioni. Non ci sono dialoghi, ma sussurri dell’anima. Eppure, tutto è nitido, vivido, potente. Dalla genesi del cosmo alle cene in silenzio. Dalla voce narrante alle luci dorate che scolpiscono la memoria.

Malick ci porta in un viaggio unico. Unisce il macrocosmo della creazione all’intimità di una famiglia. Usa la cinepresa come uno sguardo tra le nuvole e sotto i letti d’infanzia. Sospende il tempo. E ci fa sentire piccoli. Ma vivi. Questa è una delle opere più radicali del XXI secolo. E oggi possiamo rivederla – o scoprirla – gratuitamente, in streaming, su RaiPlay.

RaiPlay
Sean Penn in The Tree of Life su RaiPlay

RaiPlay, un’eredità profonda: perché The Tree of Life ci riguarda ancora oggi

Il film ha cambiato la traiettoria del cinema d’autore. Dopo The Tree of Life, Malick ha abbracciato uno stile ancora più libero, poetico, frammentario. Ma nessuna delle sue opere successive ha avuto lo stesso impatto. Il montaggio ellittico, le voice over sussurrate, la luce naturale, l’improvvisazione: tutti elementi che da allora hanno influenzato intere generazioni di registi. Lo hanno fatto in silenzio, ma con forza. Come fa questo film.

Le immagini cosmiche sono firmate da Douglas Trumbull, il genio dietro 2001: Odissea nello spazio. E si sente. L’ambizione è la stessa. Così come la capacità di farti alzare gli occhi al cielo e chiederti: da dove veniamo? The Tree of Life è stato votato miglior film dell’anno da numerose associazioni critiche. Ha ottenuto tre nomination agli Oscar, tra cui miglior film, regia e fotografia. Eppure, continua a dividere. Per alcuni è noioso. Per altri è una rivelazione. Una cosa è certa: non lascia indifferenti.

Il film dura 133 minuti. Ma esiste una extended cut da 188 minuti, distribuita dalla Criterion Collection. Contiene scene inedite e colori ancora più vivi. È come aprire una seconda finestra sul passato. Il progetto ha richiesto anni di lavoro. Le riprese sono iniziate nel 2008. Ma la post-produzione si è prolungata per oltre due anni, tra tagli, ripensamenti e perfezionismi. Malick ha girato ore e ore di materiale. Poi ha scelto. E ha lasciato fuori tanto. Ma ha lasciato dentro l’essenza.

The Tree of Life parla di ognuno di noi. Di chi siamo stati da piccoli. Di quello che cerchiamo quando chiudiamo gli occhi. Del legame tra dolore e bellezza. E della nostalgia per qualcosa che forse non abbiamo mai davvero capito. Non è un film da guardare. È un film da attraversare. Con pazienza, con cuore aperto e con la voglia di perderci. E di ritrovarci. Oggi è su RaiPlay. Gratis. Senza pubblicità. Senza scuse. Il momento perfetto per (ri)scoprirlo. E per farsi le domande che contano davvero.

Lascia un commento