Stasera in tv Texas, Messico, cavalli e un amore impossibile. Un ragazzo in fuga dal passato. Un romanzo amatissimo. Un film dimenticato troppo presto. Oggi, lunedì 12 maggio, su Rai Movie alle 21:10 va in onda Passione ribelle (All the Pretty Horses), tratto dal libro di Cormac McCarthy, autore anche di Non è un paese per vecchi.
Alla regia c’è Billy Bob Thornton. Nei ruoli principali Matt Damon, Penélope Cruz, Henry Thomas, Lucas Black, Rubén Blades e Miriam Colon. Il film, girato tra il Texas e il Nuovo Messico, racconta la storia di John Grady Cole, un cowboy giovane e idealista. Dopo la vendita del ranch di famiglia, parte a cavallo verso il Messico. Cerca libertà. Trova l’inferno.
Stasera in tv una fuga, un amore e un destino segnato
È il 1949. Il mondo di John sta cambiando. I ranch chiudono, i cavalli spariscono. La modernità avanza. Lui decide di scappare. Con lui c’è Lacey Rawlins, il suo migliore amico. Durante il viaggio, incontrano Jimmy Blevins. Un ragazzino fragile e imprevedibile. Porta scompiglio. Presto sparisce. Tornerà solo per trascinare tutti nel baratro. I due cowboy trovano lavoro nel ranch di Don Hector de la Rocha y Villarreal, interpretato da Rubén Blades. Qui, John incontra Alejandra (Penélope Cruz). Bella, nobile, irraggiungibile. Se ne innamora. Lei ricambia. Ma è un amore che non può esistere.
A contrastarli è Dona Alfonsa, la zia di Alejandra, interpretata da Miriam Colon. Custode dell’onore e delle apparenze. Quando la relazione viene scoperta, tutto precipita. John e Lacey finiscono in prigione. Accusati di omicidio. Jimmy è morto. La verità è offuscata. La violenza domina. John cambia. Lì dentro perde l’innocenza.

Un western diverso, viscerale e poetico
Passione ribelle non è un western classico. Non ci sono eroi infallibili. C’è il deserto, c’è il silenzio. C’è il dolore. Matt Damon interpreta John con sguardo intenso e dolente. Penélope Cruz è magnetica, mai banale. Il film venne severamente tagliato dal produttore Harvey Weinstein. La versione originale durava tre ore. Quella uscita in sala ne dura meno di due. La versione integrale non è mai stata pubblicata. Un’occasione sprecata. Nonostante tutto, il film vinse il National Board of Review per la miglior sceneggiatura e ricevette nomination ai Golden Globe.
Il prezzo del fallimento e il tempo della riscoperta
Passione ribelle fu un flop. Al botteghino incassò solo 18 milioni di dollari contro un budget di 57. La critica fu divisa. Roger Ebert lo difese con entusiasmo. Molti altri no. Questo fallimento bloccò ogni tentativo di adattare gli altri libri della trilogia di McCarthy. Solo nel 2007, i fratelli Coen riportarono in alto il nome dello scrittore con Non è un paese per vecchi. Eppure, oggi, riguardandolo, Passione ribelle commuove. Parla di perdita, di identità, di scelte dolorose. Di come l’amore, anche quando non basta, può cambiare tutto.
Perché vale la pena vederlo stasera in tv
Se ami i film lenti, pieni di silenzi e sguardi, Passione ribelle stasera in tv – se non vuoi vedere invece uno strepitoso Al Pacino – è per te. È una storia di formazione. Di quelle che lasciano un segno. Anche senza applausi. È un film indelebile. Non perfetto. Ma vero. E proprio per questo, necessario. Alle 21:10 su Rai Movie, lasciati sorprendere da un amore che brucia. Da un ragazzo che cade. E da un finale che sa di polvere e redenzione.
