Un caldo fuori stagione, una Roma irriconoscibile, un film che brucia di ansia, fede, desiderio e catastrofi interiori: il 12 luglio arriva su Rai 3 Te l’avevo detto, opera seconda di Ginevra Elkann. Una pellicola che ha lasciato il segno nei festival internazionali, da Toronto alla Festa del Cinema di Roma, e che ora sbarca in TV in prima visione assoluta.
È un’occasione rara. Un film italiano di respiro internazionale, con un cast stellare e uno stile che sfida i confini del racconto tradizionale. Te l’avevo detto è grottesco, visionario, disturbante. Un’ode alla fragilità umana che si muove tra caldo anomalo e nevrosi familiari.
Valeria Bruni Tedeschi è una donna ossessionata da una star di film vietati ai minori. Valeria Golino interpreta proprio quell’attrice, stanca, botulinica, malinconica. Alba Rohrwacher è una madre sull’orlo del crollo, mentre Riccardo Scamarcio è il suo ex, incapace di salvarla. A fare da contrappunto: Danny Huston nel ruolo di un prete ex tossico, e Greta Scacchi come sorella in lutto. Il cast include anche Marisa Borini, Sofia Panizzi e Andrea Rossi.
Unico film italiano selezionato in concorso al Toronto International Film Festival 2023, Te l’avevo detto è stato accolto come un’opera fuori dagli schemi. Ha viaggiato poi verso la Festa del Cinema di Roma, i Nastri d’Argento, Cinema Italia Israele e Cinema Made in Italy. Un vero tour europeo, per un film che parla una lingua universale: il disagio contemporaneo. La colonna sonora è firmata da Riccardo Senigallia, mentre la fotografia di Vladan Radovic avvolge la città in toni pastello e sfocati, restituendo la sensazione opprimente di una Roma invivibile. Una capitale che diventa specchio delle sue anime perse.

Rai 3, una visione allucinata che cambia il modo di raccontare l’Italia
Te l’avevo detto nasce da un’ansia. Quella che ha colto Ginevra Elkann in una Roma torrida, mentre rifletteva sulle catastrofi climatiche e sul bisogno di redenzione. Durante la pandemia, la regista ha scritto il film a distanza insieme a Chiara Barzini e Ilaria Bernardini. Zoom dopo Zoom, ha preso forma una sceneggiatura a sei mani, affilata e umanissima.
Il film si svolge in un weekend di gennaio anomalo. Il caldo è talmente intenso da sembrare apocalittico. Nessuno riesce a respirare. Nessuno riesce a mentire più a se stesso. Gli uomini e le donne di Elkann si nascondono dietro amori, droghe, religione, cibo, affetti malati. Ma il caldo li scopre. Li svela. Li costringe a guardarsi. In questa atmosfera da fine del mondo, esplodono i temi del film: maternità imperfette, famiglie disfunzionali, ossessioni religiose, paure mai risolte. Il tono è quello della dark comedy. Ma c’è anche qualcosa di profondo, struggente, che richiama Pedro Almodóvar e il miglior cinema europeo.
Molti hanno paragonato Te l’avevo detto a Siccità di Paolo Virzì. Entrambi raccontano una Roma al collasso. Ma Elkann va oltre: abbraccia il surreale, gioca con l’eccesso, rende tutto grottesco e struggente insieme. Il risultato è un film che non ti lascia indifferente. Non ti consola. Ti interroga. Te l’avevo detto ha già influenzato il cinema italiano. Si inserisce in un filone sempre più forte: quello dei film corali, visivamente audaci, che raccontano il presente con toni distopici e poetici. Accanto a Adagio, a L’ultima notte di Amore, è uno dei titoli che più hanno segnato questo nuovo decennio.
Il film divide. Alcuni lo trovano caotico, eccessivo, difficile da digerire. Ma è proprio questo il suo valore: non scende a compromessi. Non cerca l’applauso facile. È un gesto autoriale puro, che dimostra quanto il cinema italiano sappia ancora sorprendere. Il 12 luglio, su Rai 3, in prima serata, questa opera coraggiosa arriva nelle case di tutti. Forse non piacerà a chi cerca leggerezza. Ma chi ha voglia di un film che accende domande, emozioni, nervi e cuore, farà bene a non perderselo. Te l’avevo detto è più di un film. È un’esperienza. E ora è a portata di telecomando.
