Esploso su RaiPlay, ignorato al cinema: film toccante sull’infanzia in fuga dai nazisti tra i più cercati di oggi

RaiPlay: una valigia, una scelta impossibile e un coniglio rosa lasciato indietro. Tutto questo raccontato dagli occhi di una bambina.

Su RaiPlay è disponibile uno dei film più delicati e intensi degli ultimi anni. Si intitola “Quando Hitler rubò il coniglio rosa”, titolo originale “Als Hitler das rosa Kaninchen stahl”. La regia è di Caroline Link, premio Oscar nel 2003 con Nowhere in Africa. Il film è tratto dal romanzo autobiografico di Judith Kerr, pubblicato nel 1971.

Racconta la fuga di una famiglia ebrea dalla Berlino del 1933, quando Adolf Hitler sale al potere. È la storia vera dell’autrice, vissuta all’età di nove anni. Protagonista è Anna Kemper, interpretata dalla giovane Riva Krymalowski. Accanto a lei un cast d’eccezione: Oliver Masucci è il padre Arthur, Carla Juri la madre Dorothea, Marinus Hohmann il fratello Max. Completano il cast Ursula Werner, Justus von Dohnányi, Anne Bennent e Benjamin Sadler.

La trama è semplice, ma toccante. Il padre di Anna è un critico teatrale dichiaratamente anti-nazista. Quando scopre di essere finito su una lista nera, fugge in Svizzera. La famiglia lo raggiunge poco dopo. Inizia così un esilio che li porta in Svizzera, poi a Parigi e infine a Londra. Ma ciò che colpisce è il modo in cui tutto viene raccontato: attraverso lo sguardo innocente di una bambina.

Anna deve scegliere un solo oggetto da portare con sé. Decide di lasciare il suo peluche preferito: un coniglio rosa. Da qui il titolo. Il coniglio diventa simbolo di un’infanzia spezzata, di una normalità perduta per sempre. Il film evita toni drammatici eccessivi. Non mostra la guerra, ma racconta la perdita, il senso di precarietà, il bisogno di adattarsi, la forza degli affetti.

Ha vinto il Bayerischer Filmpreis 2019 come Miglior film giovanile e il Deutscher Filmpreis 2020 come Miglior film per bambini. Premi meritati per una pellicola che emoziona senza retorica.

RaiPlay
Quando Hitler rubò il coniglio rosa, su RaiPlay

RaiPlay: un film che parla ai giovani, ma tocca gli adulti

Molti paragonano questo film a Il bambino con il pigiama a righe o a Storia di una ladra di libri. Ma Quando Hitler rubò il coniglio rosa ha una voce tutta sua. Più silenziosa. Più vera. Qui non ci sono campi o soldati. C’è il gelo di un treno. L’eco di una lingua sconosciuta. La vergogna di essere “stranieri”. Il film invita a riflettere sul significato dell’identità. E sull’importanza della memoria. Lo fa con grazia, senza spiegare troppo. Mostra ciò che serve. Lascia spazio al respiro.

Caroline Link riesce ancora una volta a parlare dell’esilio ebraico, ma da una prospettiva nuova: quella emotiva. Non c’è solo la fuga. C’è la trasformazione. L’infanzia che svanisce, e un’adolescenza che arriva senza chiedere permesso. In un’epoca in cui tutto è rapido, urlato, digitale, questo film si prende il tempo di raccontare la lentezza di un addio. Di mille addii.

È anche un film per ragazzi? Sì. Ed è proprio questo il suo punto di forza. Parla ai più giovani senza infantilizzarli. E commuove gli adulti senza sentimentalismi. Il suo impatto sul cinema successivo è silenzioso ma profondo. Ha aperto la strada a nuove trasposizioni di romanzi autobiografici. Ha mostrato che si può parlare di Shoah anche senza mostrare l’orrore. Basta raccontarne le conseguenze.

Il successo su RaiPlay dimostra che il pubblico italiano è pronto ad accogliere storie così. Storie vere, intime, necessarie. Storie che aiutano a ricordare chi siamo, e da dove veniamo. Guardarlo oggi è quasi un dovere. Perché non parla solo di ieri. Parla anche di noi. Di chi, in ogni epoca, è costretto a lasciare tutto per ricominciare da capo. Non lasciatelo scappare. Su RaiPlay.

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