Stasera in tv, ore 21:15, su Italia 2 (canale 49): in onda Noi (Us), capolavoro di Jordan Peele. Un horror? Non solo. È un dramma identitario. Un’esplorazione feroce del doppio, della società e della paura che abbiamo di noi stessi.
La protagonista è Adelaide Wilson, interpretata da una magnetica Lupita Nyong’o. Da bambina, Adelaide ha vissuto un trauma. In una casa degli specchi, ha visto il suo doppio. Quel ricordo non l’ha mai abbandonata. Trentatré anni dopo, torna a Santa Cruz con il marito Gabe (interpretato da Winston Duke) e i figli Zora e Jason. Il passato bussa. Questa volta in carne e ossa. Quattro figure identiche a loro li assediano di notte. Hanno lo stesso volto, ma uno sguardo che non mente: vogliono vendetta. Sono i doppelgänger. E sono guidati da Red, la copia oscura di Adelaide. Inizia una discesa nel buio. Ma non è un buio qualunque. È un’oscurità che conosciamo. Che forse abitiamo.
Nel cast, anche Elisabeth Moss e Tim Heidecker, genitori di un’altra famiglia colpita dallo stesso incubo. Ogni attore affronta il compito titanico di interpretare sé stesso e la sua versione “ombra”. Una prova che mette a nudo paure e identità. Lupita Nyong’o è la stella assoluta. Il suo sguardo, la sua voce spezzata, la fisicità animalesca di Red: una performance indimenticabile, elogiata da tutta la critica internazionale.

Stasera in tv, simboli, ferite e rivoluzioni: perché Noi è molto più di un horror
Noi è uscito nel 2019. Ma continua a parlarci, oggi più che mai. Non ha vinto l’Oscar, ma ha vinto qualcosa di più duraturo: la nostra inquietudine. È stato un successo commerciale, ma anche culturale. Jordan Peele, già autore di Get Out, ha rafforzato con Noi una nuova via: quella dell’horror sociale. Un cinema che fa paura, ma anche pensare. Un cinema che denuncia. Che racconta il collasso del sogno americano.
La catena umana finale richiama l’evento benefico “Hands Across America” del 1986. Un simbolo di unione, qui trasformato in rivolta. Le forbici dorate dei doppelgänger diventano emblema di divisione, taglio sociale, classe separata dalla classe dominante. Il titolo originale, Us, è un gioco potente: “Noi” ma anche “U.S.”, gli Stati Uniti. Peele non lo spiega, ma lo lascia sullo sfondo. E funziona. La colonna sonora è una lama sonora. Canzoni soul e hip hop vengono distorte, rallentate, rese irriconoscibili. Il ritmo entra nelle ossa. E non se ne va.
Noi ha aperto la strada a una nuova generazione di registi. Ha dato voce a chi, nel cinema horror, non era mai stato protagonista. Ha parlato dal basso, ma ha fatto il botto in alto. Non è un film comodo. Ma è un film necessario. Stasera in tv, se non preferisci un film più classico, c’è l’occasione di (ri)scoprirlo. Non come semplice spettatori. Ma come specchi. Perché Noi ci mostra qualcosa che tutti, in fondo, temiamo: la parte di noi che ci osserva. E aspetta di prendere il nostro posto.
