Basilea ha ospitato la prima semifinale dell'Eurovision Song Contest 2025, e l’Italia, come sempre, era al centro della scena. Anche se non in gara, Lucio Corsi ha rappresentato il nostro Paese come membro dei Big Five. Ma la sua esibizione ha subito sollevato un’ondata di commenti contrastanti.
Il cantautore toscano, secondo classificato a Sanremo 2025 e vincitore del Premio della Critica Mia Martini, ha portato sul palco europeo la sua "Volevo essere un duro". Un brano profondo, ironico e poetico, ma la scelta stilistica sobria ha spiazzato molti. Niente effetti. Nessun gioco di luci. Solo lui, la musica e una traduzione in inglese per il pubblico internazionale.
Il palco dell’Eurovision, però, è anche spettacolo. E il contrasto con le esibizioni esplosive di Gabry Ponte per San Marino e dell’estone Tommy Cash è stato netto. Il primo ha infiammato la sala con "Tutta l’Italia". Il secondo ha provocato e divertito con "Espresso Macchiato", cantato in italiano con ironia dissacrante. Mentre San Marino e Estonia conquistavano la finale del 17 maggio, l’Italia guardava dal margine. Ma non in silenzio.
Eurovision 2025, commenti al vetriolo, applausi timidi: Lucio Corsi divide l’Italia
Sui social, la reazione è stata immediata. “Esibizione noiosa, sembrava una prova tecnica”, scrive un utente. Un altro commenta: “Un’occasione sprecata. La scenografia? Inesistente”. La scelta di puntare tutto sulla sobrietà ha lasciato molti a bocca asciutta. Alcuni apprezzano la coerenza artistica di Lucio Corsi (e credono possa vincere la competizione europea). Ma la maggioranza si aspettava di più da un palco internazionale come l’Eurovision. “Non bastano le parole, serviva un impatto visivo”, scrive qualcuno. “Così non trasmetti nulla”, ribatte un altro.

Il malcontento si concentra però su un’assenza precisa. Tra i commenti più ricorrenti emerge un nome: quello di Gaia. Il web invoca una voce diversa, più carismatica, più scenica. “Solo con lei avremmo potuto vincere”, scrive un utente. E il messaggio è chiaro. Molti pensano che se a rappresentare l’Italia ci fosse stata lei con "Chiamo io, chiami tu", l’effetto sarebbe stato esplosivo.
Il punto resta: Lucio Corsi ha fatto discutere, più di quanto ci si aspettasse. Tra chi difende la sua autenticità e chi rimpiange un’esibizione più potente, l’Italia è spaccata. L’Eurovision 2025, almeno per ora, ha acceso un dibattito infuocato più che una standing ovation. In molti si chiedono: è bastato essere sinceri e intensi, o serviva anche essere spettacolari? Sabato 17 maggio, durante la finale, ne sapremo di più. Ma il messaggio è arrivato forte: la musica, da sola, non basta sempre.
Gabry Ponte e Tommy Cash intanto si preparano alla sfida finale. L’Italia, invece, riflette sulla sua rappresentanza. Forse con lei avremmo davvero potuto puntare al cuore (e ai voti) dell’Europa.
