Ieri, lunedì 12 maggio, su Rai 1, è andata in onda una nuova puntata della fiction “Gerri”, diretta da Giuseppe Bonito. “Come la neve al Sud” ha segnato una svolta inattesa nella narrazione. Un cambio di passo che ha lasciato molti spettatori a bocca aperta. In bene, ma anche in male.
La fiction, con protagonista Giulio Beranek nei panni dell’ispettore Gregorio “Gerri” Esposito e Valentina Romani in quelli della collega Lea Coen, ha costruito da subito un’identità forte (nonostante per qualcuno sia ‘troppo lenta’). Ambientazione cruda, umanità in bilico e casi intricati. Ma è bastata una sola scena per scatenare reazioni contrastanti sui social.
La puntata era ambientata alla vigilia di Natale, tra le strade di Trani, sotto una neve tanto poetica quanto inattesa. Sullo sfondo, un nuovo caso: la scomparsa e poi la morte della collega Nina. Un’indagine che tocca il passato, il lutto e temi scomodi come il traffico di neonati e l’abuso delle comunità per donne in difficoltà. Ma ciò che ha davvero spaccato il pubblico è stata la dinamica tra Gerri e Lea. Un legame che si rafforza di scena in scena, fino a trasformarsi in qualcosa di più. E proprio questo “di più” ha lasciato tanti spettatori disorientati.
Gerri, la scena che ha spiazzato e le reazioni dei fan: “Troppo presto”
Su X (ex Twitter), i commenti si sono moltiplicati nel giro di pochi minuti. “Seconda puntata e abbiamo già avuto bacio… dov’è la fregatura?“ scrive un utente. Un altro osserva: “Il bacio alla seconda puntata… NON ERO PRONTA“. Il punto è chiaro: una parte del pubblico non si aspettava che il rapporto tra Gerri e Lea evolvesse così rapidamente. “Non sono abituata ai baci della ship alla seconda puntata, cosa devo aspettarmi?“, si chiede un’altra spettatrice. Per molti, una svolta così affrettata potrebbe compromettere la tensione narrativa. Qualcuno teme addirittura il peggio: “Il bacio arrivato troppo presto… dovevano farli litigare per forza“.

La maggior parte del pubblico ha accolto con entusiasmo il momento. Lo ha vissuto come una parentesi di tenerezza in una trama segnata da dolore, spari e sospetti. Ma è chiaro che qualcosa ha spezzato l’equilibrio tra ritmo e emozione. La fiction “Gerri” è prodotta da Rai Fiction e Cross Productions. Si distingue per il tono malinconico e realistico, l’ambientazione inedita e un protagonista rom che porta sul piccolo schermo una prospettiva rara. Tuttavia, la fretta nel far evolvere alcuni legami potrebbe indebolire l’arco emotivo dei personaggi.
Nel frattempo, la linea orizzontale che riguarda il passato di Gerri prosegue. Il capo Marinetti e la vicequestore Aquarica scavano nelle sue origini. E viene fuori che il vero nome di Gerri è Goran, abbandonato trent’anni prima da una madre mai più tornata a cercarlo. Questa doppia esposizione – passato oscuro e presente emotivo – funziona. Ma solo se bilanciata con attenzione. E l’impressione, dopo questa seconda puntata, è che qualcosa si sia mosso troppo in fretta. Rischiando di perdere l’effetto sorpresa in futuro.
Non è raro che le fiction Rai subiscano oscillazioni di tono tra una puntata e l’altra. Ma “Gerri” sembrava aver trovato un equilibrio nella prima serata. Ed è proprio per questo che l’accelerazione emotiva ha fatto discutere tanto. Ora il pubblico si divide. C’è chi vuole lasciarsi sorprendere e chi già si aspetta una brusca frenata. Di certo, la terza puntata sarà decisiva per capire se questa scommessa narrativa funzionerà davvero. Nel dubbio, il pubblico aspetta. E commenta. Perché quando una fiction fa parlare così tanto, vuol dire che ha già colpito nel segno.
