Pupi Avati su RaiPlay: storia d’amore che commuove anche chi non ci crede più

Su RaiPlay il capolavoro nascosto di Pupi Avati: un film che ti spezza il cuore e lo ricuce.

Dimentica il solito teen drama da piattaforma. Niente filtri saturi, niente balli di fine anno o triangoli amorosi costruiti a tavolino. Con Il fulgore di Dony, disponibile su RaiPlay, Pupi Avati firma un film che arriva come un pugno in pieno petto e resta lì, fermo, mentre tu cerchi di capire cosa ti ha appena investito. E lo fa nel momento più simbolico della sua carriera recente: dopo il David di Donatello alla carriera, come a dire che il tempo passa, sì, ma certe storie vanno raccontate lo stesso. Perché qualcuno ha ancora il coraggio di farlo, anche quando sembrano stonate con la frenesia di oggi.

Avati torna alla sua Bologna, ma questa volta non c’è nostalgia zuccherosa o memorie d’infanzia. C’è Dony, una diciassettenne con i sogni nei piedi (balla) e nelle mani (scrive). E c’è Marco, un ragazzo qualunque che la vita decide di schiacciare sotto il peso di un destino ingiusto: un incidente sugli sci, un danno irreversibile, un amore che diventa cura, rinuncia, ostinazione. Il racconto si dipana come un lungo dialogo tra Dony e uno psichiatra. Nessuna patologia psichiatrica, ma una domanda che punge: si può amare davvero, fino a sparire per l’altro?

Il cinema di chi non si arrende: Pupi Avati incanta anche su RaiPlay

Il film non ha paura di sembrare “fuori moda”. Ecco perché funziona. La macchina da presa non insegue mode o trend. Avati dirige con quella grazia ostinata che è solo sua, dando spazio ai silenzi, agli sguardi, ai dettagli minimi. È un regista che ama i personaggi femminili, e si vede. Ambra Angiolini e Lunetta Savino rubano la scena ogni volta che appaiono, madri spaventate e imperfette, che portano sulle spalle tutto il peso del “che ne sarà di mia figlia?”.

pupi avati
Alessandro Haber nel film di Pupi Avati su RaiPlay

E poi Greta Zuccheri Montanari, che con Dony ci regala una delle interpretazioni più sincere viste in un film per la tv negli ultimi anni. Mai sopra le righe, sempre vera. Perché recuperarlo su RaiPlay proprio oggi? Perché oggi c’è bisogno di storie così. Di film che raccontano la fragilità con rispetto, senza moralismi né effetti speciali. Il fulgore di Dony è una visione intima, quasi segreta. Non è solo una storia d’amore: è un atto di fede. Un film per chi ha amato troppo, o troppo poco. Per chi ha avuto paura di restare. Per chi ha deciso di restare lo stesso. E poi c’è Avati. Che dopo cinquant’anni di cinema, riesce ancora a parlare con voce propria. Senza mai alzare la voce. Senza mai aver bisogno di un algoritmo per farsi notare.

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