Stasera in tv su Cine34 alle 21:00 va in onda Amarcord di Federico Fellini, un film italiano che subito riporta alla mente nostalgia, memoria collettiva e cinema “alto”. D'altronde, racconta il nostro Paese meglio di mille discorsi. Ma ecco perché, anche a distanza di più di 50 anni, vale ancora la pena vederlo.
Uscito nel 1973, Amarcord nasce dai ricordi adolescenziali di Fellini in Romagna, ma diventa subito qualcosa di universale perché parla a tutti di come si convive con l’autorità, il conformismo e la famiglia. Il titolo viene dal dialetto romagnolo e significa “mi ricordo”. Quello di cui tutti si rendono conto guardando questo film è che Fellini non cerca la precisione, ma l’emozione. La memoria qui è selettiva, deformata e teatrale proprio come accade nella vita. Amarcord non racconta l’Italia com’era, ma come - piuttosto - veniva percepita.

Stasera in tv Amarcord: un paese immaginario che somiglia a tutti
La storia è ambientata a Borgo, cittadina immaginaria della costa adriatica negli anni Trenta, un luogo che potrebbe tranquillamente esistere nella testa di chiunque abbia vissuto una provincia italiana. Qui cresce Titta, adolescente curioso e confuso, alter ego dello stesso Fellini. Il ragazzino vive in una famiglia rumorosa e disordinata che comprende il padre Aurelio, anarchico e irascibile, la madre Miranda, religiosa e apprensiva, il nonno sempre sopra le righe, gli zii e il fratello. E poi c’è zio Teo, rinchiuso in manicomio e dalle battute iconiche.
Il film non segue una trama classica, ma va avanti sotto forma di episodi che sono come ricordi affioranti di volta in volta: la primavera con i soffioni, le bravate a scuola e la neve che trasforma il paese in un sogno. In mezzo a tutto questo però c'è la Storia che irrompe, il fascismo sempre presente, ma mai spiegato. Il regime è normalità e proprio per questo fa più paura. Tra i desideri adolescenziali di Titta emergono figure femminili come la Gradisca di Magali Noël, sensuale e irraggiungibile, la tabaccaia e la Volpina. Non sono donne reali, ma solo sogni e fantasie.
Nel corso dell’anno arriva anche il lutto con la morte di Miranda che segna un passaggio silenzioso dall’infanzia all'adolescenza ed è qui che Amarcord smette di essere solo un film sui ricordi e diventa un film sulla perdita. Il cast è formato dai più grandi della recitazione italiana, da Pupella Maggio a Ciccio Ingrassia passando per Nando Orfei ed Armando Brancia. Nel film compare anche il cameo curioso di un giovanissimo Eros Ramazzotti.
Nel 1975, l'opera vinse l’Oscar come miglior film straniero e consolida definitivamente il prestigio internazionale di Fellini, mentre in Italia ottenne Nastri d’Argento e David di Donatello. Ancora oggi, è inserito nelle liste dei film da vedere almeno una volta nella vita. Recuperalo anche tu stasera in tv.
