Fa dimenticare Ricciardi e La Porta Rossa: quando esce la fiction Rai con Lino Guanciale che riapre una ferita italiana

Tra le fiction Rai più amate in assoluto ci sono Il Commissario Ricciardi e La Porta Rossa: entrambe portano in scena uno degli attori migliori dell'attuale generazione televisiva e cinematografica, Lino Guanciale. Per dimostrare ancor di più il suo talento, l'istrione è pronto a interpretare un altro ruolo gigantesco che quasi fa dimenticare le sue performance più acclamate. Sarà infatti nella serie Le libere donne. Ma cosa si sa su questo prodotto e qual è la data di uscita?

Nel momento in cui - appena qualche settimana fa, è andata in onda l'ultima puntata de Il Commissario Ricciardi 3, il pubblico ha sospirato, tristemente, pensando a quando avrebbe rivisto all'opera Lino Guanciale. Premesso che una quarta stagione della serie ambientata a Napoli dovrebbe arrivare, anche se tuttora non vi è la conferma ufficiale, c'è un'altra occasione in cui il grande attore tornerà in scena, stavolta con un ruolo diverso e super intenso. Le libere donne è infatti la serie in arrivo su Rai 1 tra gennaio e febbraio 2026. La storia è di quelle che non si limitano a intrattenere, ma fanno riflettere e la tematica portata avanti brucia come una ferita improvvisamente riaperta. Ecco qualche dettaglio in più.

Le libere donne: quello che c'è da sapere sulla fiction Rai con Lino Guanciale in arrivo nel 2026

La storia è ambientata in un manicomio femminile toscano durante la Seconda guerra mondiale. Lino Guanciale interpreta Mario Tobino, medico psichiatra e scrittore, uomo colto, progressista, e pieno di crepe. Intorno a lui, un luogo che è insieme ospedale e prigione: il manicomio di Maggiano, alle porte di Lucca. Un posto dove finiscono donne considerate troppo: troppo libere, scomode e vive. Le libere donne si ispira al romanzo autobiografico “Le libere donne di Magliano”, scritto dallo stesso Tobino e non è una storia inventata, ma memoria.

Nel pieno della guerra, mentre l’Europa brucia, il manicomio resta immobile con regole feroci, contenzioni e silenzio. Mario Tobino arriva con un’idea diversa di cura, più umana e meno punitiva, ma ogni passo avanti è una collisione con i colleghi, i direttori e le famiglie delle pazienti. Perché quelle donne a volte non sono malate, ma sono vittime. Alcune soffrono davvero di disturbi psichici, ma altre sono rinchiuse perché ribelli, erotizzate, religiose o politicamente scomode.

Fiction Rai
Lino Guanciale

Tra tutte spicca Margherita Lenzi, (interpretata da Grace Kicaj), una giovane ereditiera internata dal marito violento e dalla suocera. La sua follia è presunta, mentre la sua lucidità è pericolosa. Intorno a Margherita, Tobino si trova intrappolato tra sentimento ed etica professionale. E per lei non esisteranno scelte indolori. In questa vicenda ritorna Paola Levi, interpretata da Gaia Messerklinger ed ex compagna di Tobino, ora staffetta partigiana. La serie parla di libertà femminile negata, di violenza istituzionale e di abuso della psichiatria come strumento di controllo. Ma parla anche di amore, solidarietà e piccoli atti di disobbedienza.

Nel cast anche Fabrizio Biggio, nei panni del dottor Guido Anselmi, un giovane medico diviso tra l’ammirazione per Tobino e l’obbedienza alle regole dell’istituto. Completano il quadro Simona Caparrini, Paolo Briguglia, Paolo Giovannucci, Massimo Nicolini ed Elena Stefanuto. La regia è di Michele Soavi mentre la produzione è Rai Fiction con Endemol Shine Italy. Una miniserie pensata per poche serate, ma per restare addosso a lungo.

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