Mediaset rilancia Il ritorno di Sandokan dopo il boom della fiction Rai con Yaman: perché è una mossa rischiosa

Stasera in tv su Cine34 - canale Mediaset dedicato ai film e alle serie più belle del cinema e della televisione italiana - alle 21:00, va in onda Il ritorno di Sandokan. Sembrerebbe essere una chiara 'sfida' al Sandokan della Rai con protagonista Can Yaman (prodotto che proprio ieri ha visto la sua conclusione con una puntata amatissima dal pubblico). Ma dopo il boom, la miniserie Mediaset con Kabir Bedi regge il confronto?

Datato 1996, Il ritorno di Sandokan riprende la storia del celebre pirata della Malesia, ambientandola 20 anni dopo le vicende originali. È stato un kolossal televisivo diviso in quattro serate e diretto da Enzo G. Castellari, ancora una volta ispirato al ciclo di Emilio Salgari.​ Nella vicenda raccontata, il pirata vive oramai in una specie di esilio volontario, via dalla scena, quando è richiamato in azione dal suo 'fratellino' Yanez de Gomera. Quest'ultimo, ora innamorato della maharani Surama e devoto al regno dell'Assam, gli chiede di aiutarlo contro il villain raja Raska e contro l'inglese James Guilford.

Contemporaneamente giunge in India una giornalista inglese di nome Lady Dora Parker. La donna giunge qui per scrivere un reportage sul mitico pirata Sandokan, insieme al suo fotografo Alfred Higgins.  Durante gli episodi Sandokan affronta svariate avventure con lo spirito guerriero che sempre lo contraddistingue. Insomma, la storia sembrerebbe bella, ma lo è davvero confrontata al prodotto Rai visto in questi giorni?

Sandokan
Romina Power ne Il ritorno di Sandokan

Il ritorno di Sandokan stasera in tv impone una riflessione: era davvero 'meglio prima'?

La mossa Mediaset di mettere in onda Il ritorno di Sandokan sa di controprogrammazione, è quasi una dichiarazione d’intenti, come a dire: "Sandokan è anche nostro". Il problema è che la memoria collettiva spesso gioca brutti scherzi. Quando si parla di Sandokan, molti pensano subito allo sceneggiato del 1976, quello con Kabir Bedi, Philippe Leroy, Carole André.

Ma Il ritorno di Sandokan non è quello: è un’altra cosa. E rivederlo oggi, subito dopo il successo Rai con Can Yaman, fa un effetto molto diverso da quello che ricordavamo. In primis, Yanez de Gomera non ha più il volto di Philippe Leroy, ma quello di Fabio Testi. Proprio lui affianca la maharani Surama, interpretata da Romina Power. Accanto a loro si muove un cast internazionale: Mandala Tayde è Lady Dora Parker, giovane giornalista inglese, Franco Nero interpreta lo Yogi Azim, Randi Ingerman è la seducente Yamira, Vittoria Belvedere veste i panni di Baba e Lorenzo Crespi è André de Gomera.


Sulla carta, tutto sembra funzionare: produzione ambiziosa, avventura, intrighi politici, misticismo, sacrifici rituali, eppure a riguardarlo oggi qualcosa si inceppa. Il primo problema è tecnico: il doppiaggio oggi appare spesso fuori sincrono, una distanza evidente tra labiale e voce, un dettaglio che negli anni Novanta poteva passare, ma oggi no. Il secondo limite è tonale: la Maharani Surama di Romina Power risulta eccessiva, enfatica e a tratti involontariamente sopra le righe. Il terzo riguarda proprio Kabir Bedi: il suo carisma resta intatto. La presenza scenica è ancora potente, ma l’età pesa sulle scene d’azione. I salti, le acrobazie e le coreografie appaiono forzate e poco credibili.

Non è una colpa, ma il confronto con il Sandokan Rai, più fisico, più dinamico, più moderno, diventa inevitabile. Ed è qui che la scelta di Mediaset fa discutere davvero: riproporre Il ritorno di Sandokan subito dopo il successo Rai significa esporsi al paragone diretto, un paragone che oggi il sequel del 1996 fatica a reggere.

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