Mettere insieme in un film Stefano Accorsi, Miriam Leone, Claudio Santamaria e Carolina Crescentini vuol dire solo una cosa: successo assicurato. Se poi si aggiunge che la regia è di Gabriele Muccino ci sono davvero poche possibilità che si tratti di un flop. Così è con gioia che è possibile annunciare un nuovo titolo in arrivo al cinema nel 2026: Le cose non dette. Ecco di cosa tratta e quello che si sa ad oggi.
La trama mostra più piani relazionali ma anche generazionali, intrecciando le esistenze di uomini e donne divisi tra Tangeri e Roma. La pellicola torna su temi 'usuali' di Muccino: desideri mai confessati, errori, malintesi e “cose non dette” in grado di minare i legami fra madri e figlie, innamorati, coppie sull'orlo di una crisi e famiglie che cercano un equilibrio. Il ragionamento è tutto sulla “linea sottilissima” fra bene e male nell'ambito delle scelte quotidiane, con fatti che travolgono i protagonisti come un uragano e li vedono costretti al confronto con responsabilità, misteri e rimpianti. Il doppio ambiente (Nord Africa e Italia) indica anche un viaggio e un ritorno, nel quale i luoghi sono lo specchio dei cambiamenti interiori dei personaggi principali.

Stefano Accorsi, Miriam Leone, Claudio Santamaria e Carolina Crescentini in un viaggio teso tra Tangeri e Roma
Rai Cinema alle Giornate professionali di Sorrento ha pubblicato il listino che comprende Le cose non dette. Da qui si legge che il film è prodotto da Lotus Production e Leone Film Group (proprio in collaborazione con Rai Cinema). 01 Distribution lo porterà in sala a inizio anno ed è già chiaro che sarà uno dei titoli più contesi della prossima stagione cinematografica.
Oltre a Stefano Accorsi, Miriam Leone, Claudio Santamaria e Carolina Crescentini, le giovani Beatrice Savignani e Margherita Pantaleo aggiungono nuove tensioni generazionali. Le otto settimane di riprese hanno permesso a Muccino di puntare su un racconto corale. Il film non è solo un dramma e non è solo un viaggio, ma una storia che promette di toccare zone delicate, costruita per far male e far pensare.
Proprio per questo, il film sarà un evento. Non per la promessa o per la tradizione di Muccino di realizzare sempre prodotti di altissima qualità (o meglio, non solo), ma anche e soprattutto per l’urgenza con cui il regista parla delle nostre fragilità, per il modo in cui mette in scena relazioni che scivolano tra mani e per la potenza di un cast di altissimo livello interpretativo che non si vedeva dai tempi di FolleMente. E mentre il pubblico aspetta, la domanda resta sospesa: cosa succede quando finalmente le cose non dette trovano la strada per essere dette? Quasi sicuramente il 2026 darà una risposta e, sicuramente, sarà tutto meno che scontata.
