Altro che Ludovica Martino e Giacomo Giorgio: il vero segreto del boom di Carosello in Love è un altro

“Carosello in Love” è il film tv Rai andato in onda ieri sera che lega la storia di due innamorati lunga vent'anni alla nascita della tv italiana e del leggendario Carosello, utilizzando la formula della commedia romantica per svelare il cambiamento della società di quegli anni, soprattutto in relazione alla trasformazione del ruolo delle donne e al potere sempre maggiore della pubblicità.​ Il prodotto audiovisivo con Ludovica Martino e Giacomo Giorgio ha appassionato tutti, ma il merito non è solo di questi due attori strepitosi. Procediamo con ordine.

La storia di Carosello in Love è appassionante. Tutto parte nel 1957. È questo l'anno in cui Laura Ceccarelli, giovane romana piena di creatività e di entusiasmo, innamorata della televisione appena nata tra le mura domestiche degli italiani, insegue il suo sogno di trovare lavoro in Rai malgrado le resistenze da parte dei genitori (soprattutto il padre). Ottiene un posto come segretaria, si muove nelle stanze di Viale Mazzini e resta folgorata dall'universo di Carosello, che secondo lei rappresenta modernità, gioia e possibilità di libertà femminile.​ Proprio sul set incontra il regista Mario De Angelis che vorrebbe fare cinema e usa la tv come ripiego. Inizialmente non si sono molto simpatici, ma con il tempo tutto cambia e nasce un amore ventennale fatto di incontri mancati, tormenti, nozze sbagliate e carriere che pur differendo confluiscono nello stesso punto.

Carosello in Love
Ludovica Martino, Carosello in Love

Carosello in Love, successo su Rai 1: perché ha funzionato così bene

Ludovica Martino (Skam Italia) e Giacomo Giorgio (Mare Fuori, Per Elisa, Doc) hanno mostrato una grande forza scenica.Accanto a loro anche Alessandro Tedeschi (Amedeo Righetti), Federico Tocci (Aldo Ceccarelli), Massimo De Lorenzo (Marcello Marchesi), Isabella Mottinelli, Giuseppe Brunetti, Dora Romano hanno fatto lo stesso. Eppure, buona parte del successo non nasce dal cast, ma da un elemento spesso ignorato - seppur  potentissimo: la fotografia. Il film prodotto da Groenlandia e Rai Fiction, diretto da Jacopo Bonvicini, mostra delle scene che sembrano quadri.

La fotografia non punta al realismo storico e non è documentaristica, ma ricostruisce un’Italia sentimentale che sembra uscita dalla memoria collettiva. Le luci sono morbide e i colori sono avvolgenti. Ogni ambiente sembra una fotografia sbiadita ritrovata in un cassetto, ma resta attuale. Questa è la forza del film: mostra un passato riconoscibile, ma accessibile anche a chi non ha mai visto un episodio originale di Carosello. Nelle scene intime tra Laura e Mario, usa tonalità calde che raccontano ciò che i personaggi non dicono. Così quando i due discutono, la luce si fa più fredda, quando si avvicinano, il giallo scalda l’inquadratura.

La fotografia più che mai diventa linguaggio, un vero motore narrativo. Per questo il film ha funzionato così bene. Non solo perché racconta un amore che attraversa vent’anni o perché restituisce dignità a un pezzo fondamentale della cultura pop italiana, ma anche e soprattutto perché mostra tutto questo con un’estetica meravigliosa. Molti spettatori hanno commentato online proprio questo aspetto.

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