Stasera su RaiPlay potreste lasciarvi trasportare da un film che vede tra i protagonisti la regista e attrice del capolavoro C'è ancora domani, Paola Cortellesi. Il titolo - e non solo - stavolta è molto diverso. A cavallo della tigre. Rispetto al film in bianco e nero che ha vinto di tutto e di più e che ieri abbiamo visto in prima serata su Rai 1, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, qui si tratta di una commedia del 2002, remake di un prodotto storico degli anni '60 di Luigi Comencini. La durata è di circa un'ora e mezza, quindi un film non troppo impegnativo sotto questo punto di vista. Ma scendiamo nei dettagli della trama e del cast.
La storia vede al centro Guido, un impiegato di 40 anni che vive a Milano. È simpatico, ma anche sbruffone e - sfortunatamente - indebitato fino al collo. Così, prende una decisione 'estrema': progettare una rapina. Il problema diventa gigante quando include nel suo crimine anche la fidanzata che di lavoro fa la ballerina televisiva. Cosa accadrà? Riuscirà nel suo colpo? Queste le domande cui preferiamo non dare risposta, dato che - banalmente - vale la pena guardare il film per scoprirlo. Intanto, la regia è di Carlo Mazzacurati, mentre gli interpreti principali, oltre alla Cortellesi (la compagna del protagonista) includono Fabrizio Bentivoglio (Guido) e Tuncel Kurtiz (attore turco che qui veste i panni del detenuto).

Stasera su RaiPlay Paola Cortellesi in A cavallo della tigre: dimenticate C'è ancora domani
A cavallo della tigre è uno di quei film che si recuperano quasi per caso. Uno di quelli che non hanno avuto un grande successo, che non hanno dominato festival o premi come i David di Donatello o i Nastri d’Argento, ma che negli anni hanno trovato una loro nicchia. Una seconda vita fatta di passaparola, rassegne d’essai, serate tv e recuperi affettuosi da parte dei cinefili. E soprattutto, è un film che ci restituisce una Paola Cortellesi giovane ma già magnetica, in una fase della sua carriera in cui stava iniziando a definire quella miscela unica di ironia, dolcezza e malinconia che l’ha resa amatissima.
Il titolo, poi, è una chiave fondamentale. “Essere a cavallo della tigre” significa proprio questo: trovarsi su una situazione pericolosa da cui non si può scendere. Bisogna restare in equilibrio, resistere e sperare che la tigre non ti divori mentre cerchi un’uscita. Oggi - a distanza di più di 20 anni, questo film lo si guarda diversamente perché sembra dirci qualcosa sulle nostre fragilità, sulle scelte sbagliate, sulle promesse che non manteniamo e che fanno più male nella società attuale. Se hai voglia di una pellicola che non si limita a intrattenere, ma che assomiglia davvero alla vita, questa è la scelta giusta stasera su RaiPlay. Non fa rumore, ma resta sicuramente dentro.
