Rocco Schiavone, lo spin-off che nessuno si aspetta: non è su Pierron o Rispoli, ma su un altro protagonista amatissimo

Tra i prodotti più interessanti della Rai vi è sicuramente Rocco Schiavone. La fiction, nonostante vada in onda su Rai 2 (solitamente meno seguita rispetto al primo canale della televisione di Stato), riesce sempre a macinare ottimi ascolti. Il merito è indubbiamente del suo protagonista, Marco Giallini, uno degli attori più ironici e cinici del panorama italiano attuale. Tuttavia, a rendere fluida la visione – e quindi gradita a molti, è la storia del vicequestore romano trascinato ad Aosta che finisce pian piano per diventare casa sua. Una storia scritta egregiamente da Antonio Manzini. Non è un caso che il prodotto audiovisivo sia arrivato a sei stagioni facilmente, senza cedere allo scorrere del tempo come è accaduto per altri che si sono fatti meno interessanti capitolo dopo capitolo.

Oltre alla storia e a Giallini, ad arricchire la fiction di Schiavone ci pensa un ensemble intrigante. Due personaggi interessanti sono ad esempio Pierron e Caterina Rispoli. Tuttavia, intorno al vicequestore c’è anche un altro ruolo da considerare, quello dell’agente Domenico D’Intino. E se si facesse uno spin-off proprio su di lui? Sicuramente potrebbe essere un’occasione per esplorare un personaggio così stratificato come quello interpretato da Christian Ginepro. L’attore – dedito alla televisione quanto al teatro – ha saputo caratterizzare al meglio il ruolo.

Rocco Schiavone
Domenico D’Intino, Rocco Schiavone

Rocco Schiavone, esce “Sotto mentite spoglie” e i fan sognano uno spin-off su Domenico D’Intino

L’uscita del nuovo libro di Manzini, “Sotto mentite spoglie”, riaccende quella scintilla familiare. Da qui nasce l’idea che sta circolando in queste ore: uno spin-off. Ma non quello che tutti penserebbero. Non su Pierron, su Caterina Rispoli o un altro collega integerrimo. Nemmeno su potenziale antagonista. La sorpresa viene da altrove. Da un uomo goffo, tenero, disarmante. Da un agente che sbaglia tutto, tranne l’umanità, Domenico D’Intino.

Nel mondo di Schiavone, costruito tra giallo e malinconia, D’Intino nasce come spalla, ma nel tempo si è trasformato in qualcosa di più. La sua presenza crea ritmo, sorpresa e quell’attimo in cui il pubblico, pur dentro un caso complicato, può respirare. D’Intino non è l’agente perfetto. La pistola gli scivola dalle mani. Le procedure spariscono dalla testa. Il dialetto abruzzese arriva come un colpo di scena comico che travolge colleghi e spettatori.

Nei libri e nella fiction combina disastri a dir poco esilaranti. Ma tutto questo crea un equilibrio perfetto con la malinconia del vicequestore che gli fa da contraltare. D’Intino è l’ossigeno. Ecco perché l’idea di uno spin-off su di lui non suona affatto folle. Suona necessaria. In un panorama narrativo dominato da eroi infallibili, D’Intino è l’antieroe di cui abbiamo bisogno. Manzini ha la scrittura per farlo. La Rai ha il pubblico. Ginepro ha il talento. Uno spin-off su Domenico D’Intino sarebbe davvero un bel regalo per gli spettatori.

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