Una famiglia imperfetta non è ancora arrivata su Rai 1, eppure vibra già nell’aria come un titolo destinato a lasciare il segno: la nuova fiction Rai, diretta da Tiziana Aristarco, porta sullo schermo un racconto intimo e universale. Al centro c’è una famiglia che sembra solida, brillante, impeccabile agli occhi di tutti, ma che affronta una frattura improvvisa. Una crepa che costringe ogni personaggio a guardarsi dentro e a riscrivere il proprio equilibrio.
Il cuore della storia ruota intorno a Serena Autieri, che interpreta Anna Colombo, e a Fortunato Cerlino, volto amatissimo del cinema e della serialità italiana, nel ruolo di Angelo Colombo. Milano, Napoli, un trasloco inatteso, una ferita economica che stravolge tutto, due figli – Giulia e Massimo – che cercano di mantenere un’ancora in mezzo al cambiamento. È un mosaico di emozioni che si compone scena dopo scena, senza mai cadere nel prevedibile.
La serie arriva su Rai 1 a fine dicembre, in un periodo in cui il pubblico cerca storie vere, capaci di accogliere e scaldare. L’atmosfera natalizia diventa così un contenitore perfetto per un racconto che parla di radici, fragilità e seconde possibilità. Non c’è retorica e non c’è buonismo. C’è vita. E la vita, spesso, inciampa proprio quando crediamo di aver trovato un porto sicuro.
Tiziana Aristarco, già apprezzata per diverse produzioni Rai, restituisce alle famiglie la verità che manca a molte narrazioni televisive. Mostra una casa che trema, ma che non crolla e mostra due adulti che si scelgono da vent’anni, ma che devono imparare a scegliersi di nuovo. Fa vedere anche due figli che attraversano la tempesta con occhi nuovi, in attesa che qualcuno dica: “Siamo ancora noi”.
Milano diventa la città della velocità, delle ambizioni, delle certezze. Napoli diventa la città della rinascita, dei ritmi più morbidi, delle emozioni che non puoi evitare. Il viaggio dei Colombo si alimenta di entrambe. E il pubblico potrà sentirsi dentro questo cambio di prospettiva, come se fosse seduto sul sedile posteriore dell’auto che trasporta la famiglia verso una nuova vita. L’arrivo in prima serata su Rai 1 è già considerato uno degli eventi più significativi dell’inverno televisivo. Perché a volte basta un imprevisto. Una perdita. Un cambiamento non scelto. Ed emergono le crepe, i nodi, le paure che teniamo negli angoli più nascosti. Una famiglia imperfetta parte proprio da lì, da ciò che non diciamo mai, e lo trasforma in un’occasione per ricomporre un legame.

La nuova fiction Rai è una storia che accoglie, ferisce e ricuce: cosa aspettarti da Una famiglia imperfetta
La fiction Rai non funziona come una classica serie guidata da colpi di scena rapidi o ritmo frenetico. Qui c’è altro. C’è un modo più umano di raccontare la quotidianità. Anna e Angelo credono di essere una coppia stabile. Credono di aver costruito un presente solido per i figli e di avere una direzione chiara. Ma basta una perdita economica, improvvisa e brutale, per mostrare che nulla è davvero garantito.
Il trasferimento da Milano a Napoli diventa il vero motore emotivo. La famiglia lascia la città della loro identità per approdare in un luogo che sembra estraneo. E in quella distanza si apre uno spazio fragile, fatto di domande, paure e piccole rivelazioni. Anna deve fare i conti con ciò che non aveva mai confessato a se stessa. Angelo cerca di proteggere tutti, ma scopre che non può più farlo da solo. Giulia e Massimo imparano che crescere significa anche affrontare il cambiamento come se fosse una seconda pelle.
L’obiettivo non è raccontare un drama familiare, ma offrire una finestra sulla normalità. Una normalità imperfetta, ma ricca di possibilità. Ogni difficoltà diventa un’occasione per comprendere l’altro e ogni caduta diventa un passo verso una nuova forma di stabilità. Una famiglia imperfetta non chiede di schierarsi. Chiede di restare. Di guardare e di riconoscersi in quelle stanze in cui tutto cambia e tutto, in qualche modo, si ricompone.
La fiction debutta a fine dicembre su Rai 1. E promette di diventare una delle storie più sentite della stagione. Una storia che non grida, ma vibra. Non cerca perfezione, ma verità. Non vuole stupire, ma accompagnare. E forse è proprio questo il suo segreto. Raccontare la vita quando nessuno la guarda. Raccontare una famiglia quando nessuno la applaude, raccontare ciò che rimane, quando tutto sembra perduto.
