Sanremo, bocciato il marchio ‘Festival della Musica Italiana’: quale sarà il nome della kermesse post-Conti? Le tre ipotesi concrete

Un rifiuto ufficiale, un nuovo capitolo nel contenzioso e una domanda che torna a farsi urgente: come si chiamerà il Festival di Sanremo nei prossimi anni?

L’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi del Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha respinto la richiesta di registrazione del marchio “Festival della Musica Italiana” presentata da Vincenzo Russolillo, patron del Gruppo Eventi e promotore di Casa Sanremo. Un atto formale che chiude una parentesi ma apre un fronte nuovo, più sottile e più decisivo.

Il rigetto arriva nel cuore di una disputa che coinvolge Rai, Comune di Sanremo, organizzatori privati e un patrimonio simbolico che va ben oltre un nome. Un patrimonio che affonda le radici nella storia del Festival della Canzone Italiana, brand registrato dall’ente locale tra il 1998 e il 2000. Marchi rinnovati nel 2008, 2018 e 2020, custoditi come baluardo identitario mentre il format televisivo, la produzione e la gestione dei diritti cambiavano più volte.

La bocciatura della richiesta di Russolillo, depositata nel marzo 2025 e contestata fin da subito dal Comune di Sanremo, non chiude la battaglia. Restano pendenti altre domande: quella per “Casa della Musica Italiana”, sempre di Russolillo; quella della Rai per “Festival della Musica Italiana”, ancora in valutazione; e quella per “Festival Rai della Musica Italiana”, già entrata in fase di opponibilità. In mezzo, un altro tassello: anche il Comune ha depositato una propria richiesta per “Festival della Musica Italiana”, cercando di blindare il territorio creativo intorno al marchio più discusso d’Italia. È una lotta di confini. Una battaglia di identità. Una contesa che riflette l’influenza economica del Festival, capace di superare negli ultimi anni i 50 milioni di euro di ricavi pubblicitari per Viale Mazzini, con punte oltre i 60 milioni.

E poi c’è lui, il vero protagonista dell’anno: Carlo Conti. Il direttore artistico chiamato a guidare la kermesse ha già la sua scaletta mentale, il suo gusto musicale, il suo modo di raccontare l’Italia che canta. Ma chi lo seguirà nella gestione dell’evento televisivo più importante dell’anno rischia di trovarsi tra le mani un Festival senza nome definitivo. La bocciatura del marchio di Russolillo riapre un interrogativo che sembrava dormiente. Un interrogativo che pesa. Come si chiamerà davvero il Festival di Sanremo nei prossimi anni?

Sanremo, le tre ipotesi concrete per il nuovo nome dopo lo stop ufficiale

Le opzioni non sono infinite. E dietro le quinte, il quadro che si delinea sembra più chiaro di quanto appaia. Oggi le ipotesi realmente plausibili sono tre, tutte con motivazioni forti, pesi istituzionali diversi e conseguenze narrative importanti.

1. Mantenere “Festival della Canzone Italiana”

È la soluzione più naturale. È un nome storico e già registrato dal Comune di Sanremo. Ha tradizione, riconoscibilità e un’identità radicata nel Paese. È il titolo percepito come “autentico” dal pubblico, quello che non divide. Ma c’è un limite: la Rai da anni vuole modernizzare il brand. Vuole un nome che rispecchi una kermesse più ampia, non legata solo alla canzone. Restare sul nome storico sarebbe una scelta rassicurante, forse la più semplice. Ma non la più innovativa.

2. Puntare su “Festival Rai della Musica Italiana”

È il titolo che la Rai ha già depositato e che oggi si trova nel periodo di opponibilità. Un nome che posiziona con forza il ruolo del servizio pubblico. Un marchio che dice chiaramente chi produce e chi controlla la manifestazione. È anche la soluzione più sicura dal punto di vista legale, perché la registrazione non è stata ancora contestata. Ha però un punto debole: rischia di essere percepito come troppo “istituzionale”. Troppo televisivo. Meno romantico rispetto all’immaginario di Sanremo.

3. Il compromesso: “Festival della Musica Italiana” versione Rai o Comune

Il nome bocciato a Russolillo non è morto. Anzi. Sia la Rai che il Comune di Sanremo hanno ancora depositi in corso per questo titolo. È un nome forte e semplice. Un nome che include tutto. Un nome che racconta un’Italia musicale ampia, moderna, meno ingabbiata nella sola definizione di “canzone”. Se gli uffici ministeriali decideranno in modo favorevole per uno dei due enti, questa potrebbe diventare la scelta definitiva.

Sanremo
Carlo Conti

Tre strade. Tre possibilità reali. E una certezza. Il nome del Festival non è un dettaglio. È la sua identità, la sua voce e il modo in cui si presenta al mondo. E ora, dopo la bocciatura del marchio presentato da Russolillo, il futuro di Sanremo passa anche da qui. Le prossime settimane saranno decisive. Ogni risposta degli uffici, ogni opposizione, ogni nuovo deposito potrebbe cambiare la storia della kermesse più famosa del Paese. E il rebus del nome, oggi più che mai, è parte del racconto di cui tutti vogliono conoscere il finale.

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