Sembrava un’avventura, diventò un incubo, eppure da quell’abisso nacque una delle prove più vere della carriera di Daniel Radcliffe: solo su RaiPlay fino a lunedì 17 novembre, “Jungle” è il film che riporta lo spettatore nel cuore selvaggio dell’Amazzonia, dove ogni respiro è una lotta e ogni pensiero può salvarti o distruggerti.
Jungle, ancora per poco su RaiPlay: una storia vera che ti rimane addosso
Ispirato all’autobiografia di Yossi Ghinsberg, il film racconta un viaggio iniziato per curiosità e finito in un abisso di sopravvivenza. È il 1981: Yossi, un giovane israeliano in cerca di senso, parte per la Bolivia alla ricerca di un’avventura che gli cambi la vita. Lì incontra Marcus Stamm (Joel Jackson), Kevin Gale (Alex Russell) e la guida austriaca Karl Ruprechter (Thomas Kretschmann). Quattro uomini, un sogno di scoperta, una giungla che divora ogni certezza.
Quando il gruppo si separa, Yossi resta solo nella foresta amazzonica. Senza cibo, senza strumenti, senza via d’uscita. Inizia così una prova estrema: diciannove giorni contro la fame, le intemperie e la paura. Ma la vera battaglia è dentro di lui. “Jungle” è meno un film d’avventura e più un viaggio spirituale nel limite umano, un confronto tra uomo e natura che diventa riflessione sull’essenza della vita.

Un Daniel Radcliffe mai visto prima
Con Daniel Radcliffe nei panni di Yossi, Jungle segna la svolta definitiva dell’attore dopo la saga di Harry Potter. Il suo corpo si consuma, lo sguardo si spegne e poi si riaccende: la trasformazione è totale. Radcliffe offre una performance fisica, dolorosa, quasi mistica. È l’immagine stessa della resistenza, capace di trasmettere la disperazione e la speranza senza bisogno di parole. Nel cast anche Alex Russell, Thomas Kretschmann e Joel Jackson. La regia è firmata da Greg McLean (Wolf Creek), con sceneggiatura di Justin Monjo e fotografia di Stefan Duscio, premiata dall’Australian Film Critics Association per la sua potenza visiva.
Riconoscimenti e premi
“Jungle” ha vinto il Best Dramatic Feature al Byron Bay International Film Festival e l’AFCA Award per la Miglior Fotografia. È stato nominato per il Film Critics Circle of Australia Awards, gli AACTA Awards e il Australian Directors Guild Awards. Un successo silenzioso, più apprezzato dalla critica che dal grande pubblico, ma destinato a lasciare il segno nel tempo.
Curiosità e dietro le quinte
La storia è realmente accaduta. Yossi Ghinsberg è sopravvissuto e oggi è uno speaker motivazionale che racconta la sua esperienza in tutto il mondo. Dopo il film, molti viaggiatori hanno visitato la regione amazzonica dove avvennero i fatti, spinti dal desiderio di ripercorrere le sue orme. Le riprese si sono svolte tra Australia e Colombia, in condizioni estreme. Il film si chiude con le vere foto del gruppo e con scritte che rivelano il destino dei protagonisti, un dettaglio che colpisce e commuove ogni spettatore.
Perché vederlo (subito) su RaiPlay
“Jungle” ha influenzato molti film survival successivi, spostando il baricentro dalla spettacolarità all’introspezione. È un racconto crudo ma umano, che mostra come la vera forza non sia fisica, ma spirituale. La giungla diventa metafora del caos interiore, del dolore che purifica e del confine tra istinto e fede. Radcliffe non interpreta solo un uomo che sopravvive: interpreta la paura stessa. Ed è forse per questo che chi guarda Jungle resta ipnotizzato. È un film che non urla, ma ti scava dentro. E quando finisce, resta lì, come una cicatrice luminosa.
Disponibile su RaiPlay fino al 17 novembre. Poi tornerà a essere ciò che è stato per anni: un gioiello dimenticato, nascosto nel cuore dell’Amazzonia, dove ogni spettatore trova la propria forza o il proprio limite.
