Una squadra di supercriminali, un piano disperato e un film che ha diviso il mondo intero: da oggi Netflix riporta in streaming “Suicide Squad”, il cult del DC Extended Universe diretto da David Ayer nel 2016, che ha segnato un punto di svolta nel cinema supereroistico moderno. È il film che ha consacrato Margot Robbie come una delle attrici più magnetiche della sua generazione. La sua Harley Quinn, con la mazza da baseball e il sorriso tagliente, è diventata un’icona pop, un simbolo di follia e libertà. Accanto a lei, un cast stellare con Will Smith (Deadshot), Jared Leto (Joker), Viola Davis (Amanda Waller) e Cara Delevingne (l’Incantatrice). Tutti uniti da un destino di caos, potere e autodistruzione.
Suicide Squad ora su Netflix: un esercito di dannati al servizio del governo
La storia inizia dopo la morte di Superman, raccontata in Batman v Superman: Dawn of Justice. Il mondo è in crisi, e l’agente governativa Amanda Waller ha un’idea tanto geniale quanto pericolosa: formare una squadra di criminali rinchiusi nel carcere di massima sicurezza Belle Reve. Li chiama “Suicide Squad” – la Squadra Suicida – perché le loro missioni hanno una sola regola: nessuno è indispensabile. Guidati dal militare Rick Flag (Joel Kinnaman), questi antieroi vengono mandati in missione contro un nemico che nessuno può fermare: l’Incantatrice, un’antica creatura che vuole distruggere l’umanità. Ma nel caos e nell’oscurità emergono legami imprevisti, dolori nascosti e un desiderio di riscatto che nessuno avrebbe immaginato.
Margot Robbie e la nascita di un mito
Harley Quinn è il cuore pulsante del film. L’ex psichiatra dell’Arkham Asylum, impazzita per amore del Joker, si muove tra violenza e ironia, dolcezza e follia. Margot Robbie ha costruito su quel ruolo una carriera intera, fino a diventare protagonista di Birds of Prey e Gotham City Sirens. La sua interpretazione ha ridefinito il modo di vedere le “cattive” nel cinema contemporaneo: fragili, ma potenti; instabili, ma libere. Accanto a lei, Will Smith dona profondità a Deadshot, un assassino che combatte per la figlia. Jared Leto, invece, porta in scena un Joker disturbante e divisivo, costruito su una recitazione estrema: il suo metodo lo ha spinto a isolarsi dal cast, arrivando a inviare regali inquietanti ai colleghi per restare nel personaggio.

Un successo tra luci, ombre e tatuaggi reali
Suicide Squad ha incassato oltre 745 milioni di dollari in tutto il mondo, conquistando un Oscar per Miglior Trucco e Acconciatura nel 2017. È stato nominato a più di 40 premi internazionali, tra cui Grammy Awards, Critics Choice e People’s Choice Awards. Ma è anche un film amato e odiato. La critica lo ha definito caotico, mentre i fan lo hanno trasformato in un fenomeno di culto. Persino sul set, l’energia era fuori controllo: molti membri del cast si sono tatuati la parola “SKWAD” come simbolo di appartenenza. Margot Robbie e Will Smith, in un gesto che è leggenda, hanno persino fatto da tatuatori per i colleghi.
Un’eredità che ha cambiato la DC
Il film di Ayer ha diviso pubblico e critica, ma ha anche spinto la Warner Bros. a rivedere l’intero DC Extended Universe. Da quella spaccatura è nato The Suicide Squad di James Gunn nel 2021: più violento, ironico e consapevole. Gunn stesso ha dichiarato che il suo film è una risposta diretta agli errori del primo, un atto d’amore per quei personaggi imperfetti e disperati. Eppure, il primo Suicide Squad resta un simbolo. Non solo per la sua estetica punk e la colonna sonora esplosiva, ma per ciò che rappresenta: la possibilità di trovare eroismo persino nei mostri.
Rivederlo oggi su Netflix significa tornare alle origini di un immaginario ribelle, oscuro e irresistibile. È il film che ha fatto esplodere Margot Robbie nel ruolo della vita e che ancora oggi divide, affascina e brucia come allora. Una squadra di perdenti. Un film che non muore mai.
