Ci sono film che non invecchiano mai: “Corri uomo corri” stasera in tv è uno di quelli. Alle 21:10 su Rai Movie torna il western più rivoluzionario del nostro cinema, firmato da Sergio Sollima e interpretato da un Tomas Milian in stato di grazia. È il 1968, ma sembra ieri: sullo schermo esplode una ribellione fatta di polvere, coltelli e libertà.
Stasera in tv Corri uomo corri: un eroe piccolo e infinito
Nel cuore del Messico rivoluzionario, Manuel “Cuchillo” Sanchez non è un pistolero né un soldato. È un uomo comune, scaltro, ironico, maestro nel coltello e nel sopravvivere. Dopo essere fuggito di prigione con lo scrittore Ramirez, Cuchillo si ritrova custode di un segreto: un tesoro destinato a finanziare la rivoluzione contro il regime di Porfirio Diaz. Ramirez muore, ma prima svela al suo compagno dove si trova l’oro. Da quel momento inizia una corsa che diventa leggenda.
Banditi, rivoluzionari, sceriffi, mercenari: tutti inseguono la stessa ricompensa. Ma Cuchillo corre più veloce, non solo con le gambe, ma con l’anima. Finge, scappa, ride, ama. È il simbolo del “piccolo uomo” travolto dai grandi eventi, che però non smette mai di credere in qualcosa di giusto. Sollima lo filma con empatia e sguardo politico, fondendo azione e ironia in un equilibrio quasi perfetto.

Un cast leggendario e una regia di ferro
Accanto a Tomas Milian, carismatico e istintivo, brilla Donald O’Brien nei panni dello sceriffo Nathaniel Cassidy. Linda Veras regala al film una delle figure femminili più forti del western all’italiana, Penny Bannington. Poi ci sono Marco Guglielmi come il colonnello Sévigny, John Ireland nel ruolo del rivoluzionario Santillana e Chelo Alonso come Dolores, donna di passione e coraggio. Una galleria di volti intensi, tra i migliori del cinema di genere italiano. Dietro la macchina da presa, Sergio Sollima firma la chiusura della sua trilogia western politica, dopo “La resa dei conti” e “Faccia a faccia”. La sua regia è un colpo di frusta: precisa, dinamica, asciutta. Non ci sono eroi americani né duelli romantici, ma uomini veri e contraddittori. È un cinema che suda, che graffia, che fa pensare.
Musica, rivoluzione e leggenda
Le musiche portano la firma di Bruno Nicolai, con contributi non accreditati di Ennio Morricone. Note che oscillano tra ironia e tensione, come il film stesso. “Corri uomo corri” non ricevette premi importanti, ma conquistò il pubblico e gli studiosi del genere per la sua originalità: un western che parla di libertà, giustizia sociale e dignità umana. È il film che consacrò definitivamente Tomas Milian come icona del cinema popolare europeo. Il suo Cuchillo — sporco, ingenuo, irresistibile — diventò modello per molti antieroi successivi, da Lo chiamavano Trinità ai film più ironici e anarchici degli anni ’70. Sollima, invece, viene oggi riconosciuto come uno dei maestri dimenticati del nostro cinema politico.
Perché vederlo oggi
In un’epoca di supereroi digitali e effetti speciali, “Corri uomo corri” resta un film vivo, autentico, umano. È il racconto di chi scappa e resiste, di chi cade e si rialza. Ogni fuga di Cuchillo è una lezione di libertà. Ogni risata è una sfida al potere. Non serve amare il western per farsi travolgere: basta credere nel cinema che osa. E questo film osa tutto. Stasera in tv su Rai Movie, lasciatevi catturare dal suo ritmo, dal suo cuore e da quella polvere che non smette mai di correre. Corri uomo corri: non solo un titolo, ma un invito. Alla memoria, al coraggio, alla ribellione.
