Ci sono film che dividono, che fanno ridere milioni di spettatori e allo stesso tempo mandano in tilt i critici: “Una vacanza bestiale” su RaiPlay è uno di questi. Uscito nel 1980 e oggi di nuovo disponibile sulla piattaforma streaming della tv pubblica, è la commedia che ha consacrato Diego Abatantuono come volto irrinunciabile della comicità italiana. All’epoca venne definito un “disastro cinematografico” dalla stampa, ma il pubblico la pensava diversamente: le sale erano piene, gli incassi sfiorarono i quattro miliardi di lire e il film entrò subito nel linguaggio popolare. Quarantacinque anni dopo, resta una cartolina perfetta dell’Italia che voleva soltanto ridere, anche quando tutto sembrava crollare.
Su RaiPlay Una vacanza bestiale: un viaggio che va a rotoli
Tutto inizia con una truffa. Un gruppo di amici, convinto dalle mirabolanti promesse dell’agenzia “Via col Vento Tours”, parte per un viaggio esotico in Medio Oriente. Ma il paradiso pubblicizzato si rivela presto un incubo tragicomico: alberghi fatiscenti, criminali locali, malintesi a catena e fughe rocambolesche nel deserto. Tra sadici giochi di ruolo, prigioni improvvisate e tentativi di fuga, la vacanza si trasforma in un incubo comico dove nessuno è davvero al sicuro — ma tutti, in fondo, si divertono. Alla fine, rientrati in Italia, i protagonisti decidono di sfruttare l’esperienza per aprire una loro agenzia viaggi. Naturalmente truffaldina. Un finale amaramente ironico, che oggi suona come una satira senza tempo.

Un cast esplosivo
Guidati dalla mano veloce e istintiva di Carlo Vanzina, i protagonisti sono i Gatti di Vicolo Miracoli: Jerry Calà (taxista sognatore e parodia di Travis Bickle), Franco Oppini, Ninì Salerno e Umberto Smaila. Accanto a loro, un giovane e irresistibile Diego Abatantuono, in una delle sue prime prove da comico “di pancia”, e Teo Teocoli in un cameo surreale. Ci sono anche Lorella Morlotti, Luigi Rossi, Sandro Ghiani e Renzo Rinaldi. Tutti contribuiscono a un caos orchestrato con leggerezza, dove l’improvvisazione e l’eccesso diventano linguaggio comico. Il risultato è un film sgangherato ma travolgente, figlio di un’epoca in cui la risata era più importante della coerenza narrativa.
Curiosità che pochi ricordano
- In alcune scene, Abatantuono fu doppiato proprio da Teo Teocoli, scelta che aumentò il tono farsesco.
- La località di Taraq non esiste: fu inventata per parodiare il mito dell’esotico “a buon mercato”.
- Molte riprese vennero girate in Tunisia e nel sud Italia, con set improvvisati e condizioni precarie che contribuirono all’autenticità grottesca del risultato.
- Il film contiene parodie esplicite di cult come Taxi Driver e Il Conte di Montecristo, segno di una comicità già metacinematografica.
Dal fiasco critico al mito popolare
Nonostante la demolizione della critica, Una vacanza bestiale divenne un caso di successo: una commedia nata per il grande pubblico, incapace di piacere agli intellettuali ma irresistibile per chi amava la spensieratezza. Il suo umorismo “sguaiato” anticipò il modello dei cinepanettoni e aprì la strada alla commedia di gruppo tipica degli anni ’80. Rivedendolo oggi su RaiPlay, colpisce la sua libertà creativa. Nessuna paura del cattivo gusto, nessuna morale, solo energia e parodia. È un documento vivissimo di un cinema che non chiedeva permesso, che rideva di tutto, compreso se stesso.
L’eredità di una risata
Da questo film nascerà un intero filone di commedie “vacanziere”, da Sapore di mare a Vacanze di Natale. E proprio qui si definisce l’identità comica di Diego Abatantuono: il milanese verace, ironico, goffo ma irresistibile, destinato a diventare uno dei volti più amati del cinema italiano. “Una vacanza bestiale” non è solo un film leggero: è un frammento di storia. Di un’Italia che si prendeva meno sul serio, che cercava libertà nei viaggi improbabili e che trovava se stessa nella risata collettiva. Un piccolo caos felice che, quarantacinque anni dopo, continua a farci sorridere. Disponibile ora su RaiPlay: un’occasione per scoprire — o riscoprire — il lato più sfrenato e iconico della commedia italiana. E per ricordare che, a volte, i veri cult nascono proprio dai disastri.
