Arriva su GIALLO – canale Discovery – una serie che ha conquistato l’Europa per il suo mix esplosivo di mistero, ironia e personaggi fuori dagli schemi. Si chiama “Quattro Donne e un Funerale” (“Vier Frauen und ein Todesfall”), ed è pronta a sorprendere il pubblico italiano con un tono che nessun’altra fiction riesce a replicare.
Un prodotto tedesco unico nel suo genere, andato in onda dal 2005 al 2020, che ha saputo coniugare il giallo classico con la leggerezza della commedia nera. In patria è già un cult, in arrivo ora sul canale più amato dagli appassionati di crime. E intanto, molti si chiedono: come ha fatto la Rai a farsela sfuggire?
Trama e ambientazione di Quattro Donne e un Funerale: quattro donne, un villaggio e troppi misteri in arrivo su Discovery
La storia è ambientata nel villaggio alpino immaginario di Dorf-Ilm — ricreato nella vera località di Faistenau, vicino Salisburgo — dove quattro donne si improvvisano detective per indagare sulle morti sospette che sconvolgono la comunità. Le protagoniste non sono eroine da manuale, ma donne comuni con un talento imprevisto per la verità. C’è Julie, ironica e pratica; Maria, l’anima del gruppo; Sabine, più razionale ma con un cuore impulsivo; e la “quarta donna”, che cambia nel corso delle stagioni, portando nuove dinamiche e piccoli terremoti personali.
Ogni episodio è un equilibrio perfetto tra indagini, sarcasmo e umanità. La serie non ha paura di ironizzare sui tabù, dalle apparenze sociali alla religione, mostrando la provincia come un microcosmo dove tutti si conoscono… ma nessuno dice tutto.

Un cast carismatico e una scrittura fuori dal comune
Nel cast spiccano Adele Neuhauser (Julie Zirbner), Brigitte Kren (Maria Salchegger) e Martina Poel (Sabine Schösswender). Tutte hanno portato in scena personaggi veri, fragili, ironici — mai stereotipati. Accanto a loro, volti come Gaby Dohm, Miriam Stein e Michael Ostrowski completano un ensemble perfettamente bilanciato, dove i drammi personali si intrecciano con colpi di scena imprevedibili. La forza della serie sta tutta nella scrittura: dialoghi intelligenti, ritmo costante, e quella leggerezza pungente che ricorda certe produzioni britanniche. Non a caso, in Austria e Germania è diventata sinonimo di “crime d’autore con spirito popolare”.
Un successo internazionale e un’eredità sorprendente
In patria, “Quattro Donne e un Funerale” ha collezionato premi, nomination e oltre dieci anni di ascolti solidi. La serie è stata adattata in Danimarca, Francia, Ungheria, Giappone e Polonia. Persino l’episodio finale è un piccolo gioiello meta-narrativo: le protagoniste rompono la quarta parete e ringraziano gli spettatori per averle seguite così a lungo. Un gesto raro e commovente, che ha chiuso la saga con ironia e gratitudine. Non stupisce, quindi, che Discovery abbia deciso di puntarci ora, riportando in vita un titolo che unisce fascino vintage e ritmo moderno. Mentre la Rai continua a difendere i suoi “classici”, questa serie mostra come il crime europeo possa ancora reinventarsi.
Perché è un errore della Rai farsela sfuggire
In un panorama dove la fiction italiana spesso si prende troppo sul serio, “Quattro Donne e un Funerale” osa ridere della morte, dei pregiudizi e persino del potere. È ironica ma profonda, leggera ma mai banale. Il suo segreto è il punto di vista femminile: non come etichetta, ma come sguardo curioso e imperfetto sulle cose del mondo. Un approccio che il pubblico di Imma Tataranni o Coliandro apprezzerà subito, ma con un tono tutto nuovo.
Discovery, con questa mossa, lancia un segnale chiaro: il crime europeo non è solo un genere, ma un territorio creativo ancora pieno di sorprese. E se la Rai non ha colto l’occasione, il pubblico lo farà al suo posto. Da non perdere, per chi ama i gialli con cervello e cuore.
