Prima visione assoluta in Rai: Scorsese firma un film da 10 nomination agli Oscar, storia vera che sconvolse l’America

Arriva in Rai un viaggio nell’oscurità dell’anima americana. Un film che ha scosso il mondo, firmato da uno dei più grandi maestri viventi del cinema: Martin Scorsese.

Molto presto – secondo la programmazione del cinema in tv fatta dalla Rai, in prima visione assoluta su Rai 3, arriverà “Killers of the Flower Moon”, l’opera monumentale che ha conquistato 10 nomination agli Oscar e racconta una pagina tragica e dimenticata della storia statunitense. Una storia vera, spaventosa e necessaria. Una ferita che il cinema riapre per non dimenticare. Tratto dal bestseller di David Grann, il film riporta alla luce i crimini commessi contro la tribù Osage negli anni ’20 in Oklahoma, quando la scoperta del petrolio trasformò la loro terra in un paradiso di sangue e avidità.

Quando la ricchezza diventa una condanna: Killers of the Flower Moon, la storia che ispirò Scorsese

Gli Osage, improvvisamente diventati tra le persone più ricche al mondo, furono bersaglio di una serie di omicidi sistematici. Donne, uomini, intere famiglie eliminate per impadronirsi dei loro diritti petroliferi. Una violenza orchestrata nell’ombra, in un’America che costruiva il proprio sogno calpestando vite e dignità. Al centro del racconto c’è Ernest Burkhart (Leonardo DiCaprio), un reduce della Grande Guerra che si trasferisce in Oklahoma su consiglio dello zio William King Hale (Robert De Niro), figura carismatica e corrotta. Su sua spinta, Ernest sposa Mollie (Lily Gladstone), una donna Osage la cui famiglia possiede preziosi diritti petroliferi. Quel matrimonio diventa la miccia di una tragedia annunciata.

Quando la morte comincia a falciare la comunità, l’indagine passa nelle mani di Tom White (Jesse Plemons), un ranger del neonato FBI che scopre una rete di omicidi, inganni e corruzione. Una trama di avidità che rivela l’anima più cupa di un Paese che si proclamava libero ma si fondava su un genocidio silenzioso. Con la sua regia precisa e visionaria, Scorsese alterna l’epica del western alla profondità del dramma morale. Ogni scena è un atto d’accusa. Ogni sguardo, una richiesta di giustizia.

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Leonardo DiCaprio in Killers of the Flower Moon

Un capolavoro di dolore e memoria: dal Festival di Cannes agli Oscar

Presentato in anteprima mondiale al Festival di Cannes 2023, il film è stato accolto da una standing ovation lunghissima. Pubblico e critica hanno riconosciuto in “Killers of the Flower Moon” un’opera potente e coraggiosa, capace di fondere spettacolo e coscienza. Con 10 nomination agli Oscar – tra cui miglior film, miglior regia e miglior attrice protagonista a Lily Gladstone – il film è diventato un simbolo di cinema d’autore popolare, ma anche un atto politico. Ha ricevuto 9 nomination ai BAFTA e ha vinto il titolo di Film dell’anno al National Board of Review.

La performance di Gladstone è stata definita “una delle più intense mai viste sullo schermo” per la sua capacità di trasformare il dolore in dignità. Mentre DiCaprio e De Niro, alla loro prima vera collaborazione da “Nemico pubblico”, incarnano due facce della colpa: la debolezza e il dominio. Curiosamente, DiCaprio doveva inizialmente interpretare l’agente dell’FBI, ma fu lui stesso a chiedere di cambiare ruolo: voleva esplorare la fragilità morale di un uomo diviso tra amore e obbedienza. Una scelta che ha cambiato il senso del film e lo ha reso più umano, più disturbante, più vero.

L’eredità di un film che ha cambiato il modo di raccontare l’America

“Killers of the Flower Moon” non è solo un film. È una lezione di storia, un grido contro il silenzio. Ha influenzato nuovi registi, serie tv e documentari, spingendo l’industria a guardare con più onestà alle radici della violenza americana. Scorsese, a ottant’anni, firma un film che parla di oggi. Parla di colonialismo, di razzismo, di manipolazione economica. Ma soprattutto parla di memoria, quella che resiste anche quando tutto vuole cancellarla. La durata – oltre tre ore e mezza – è una scelta di coraggio. Non una lentezza, ma un respiro necessario per comprendere la complessità di un’epoca. Un tempo sospeso dove l’avidità si confonde con l’amore, e la colpa diventa ereditaria.

“Killers of the Flower Moon” è, in fondo, una domanda che Scorsese rivolge al pubblico: quante verità dobbiamo ancora seppellire prima di sentirci innocenti? Molto presto, solo su Rai 3, in prima visione assoluta, l’Italia potrà rispondere guardando negli occhi questa storia. Un capolavoro da non perdere, che commuove, indigna e insegna cosa può essere davvero il cinema.

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