La ricetta della felicità, l’emozione non decolla nella fiction Rai con Capotondi e Mascino: perché Blanca funziona infinitamente di più

La settimana televisiva di Rai 1 ha acceso un confronto tra le fiction in onda: lunedì sera è tornata Maria Chiara Giannetta con la terza stagione di Blanca; ieri, invece, Cristiana Capotondi, Lucia Mascino e Valeria Fabrizi hanno guidato i nuovi episodi de La ricetta della felicità. Due serie, due mondi, due modi opposti di raccontare emozioni e misteri. Il risultato, però, è evidente: Blanca vince su tutti i fronti.

Chi ha seguito il debutto di Blanca 3 si è ritrovato in un turbinio di paure, passioni e colpi di scena. Già nel primo episodio la protagonista affronta il buio, un nuovo cane guida chiamato “Cane 3”, un’indagine su una suora ucraina assassinata e un bambino scomparso. Senza dimenticare l’arrivo di Domenico Diele nei panni del Falena, magnetico e ambiguo. E poi la rivelazione shock: la gravidanza di Blanca. Un intreccio che tiene con il fiato sospeso e lascia il pubblico senza scampo.

Dall’altra parte, gli episodi 3 e 4 de La ricetta della felicità hanno mostrato Cristiana Capotondi nei panni di Marta, affiancata da Lucia Mascino e Valeria Fabrizi. La storia si è concentrata sul mistero di Enrico, sul vizio del gioco di Giovà, sul legame tra Greta e Asia, e sulla fuga di Rosa verso Milano. Gli ingredienti ci sono, ma l’impasto non lievita mai davvero (nonostante il colpo di scena finale, abbastanza prevedibile per certi versi). La tensione rimane leggera, l’emozione non decolla.

La ricetta della felicità
Cristiana Capotondi ne La ricetta della felicità

Perché Blanca funziona infinitamente di più de La ricetta della felicità

Ci sono motivi precisi per cui Blanca riesce a conquistare, mentre La ricetta della felicità si ferma un passo indietro. Il primo è la regia. Blanca utilizza immagini e suoni per far vivere allo spettatore il mondo interiore di una protagonista non vedente. Le soggettive sensoriali, il buio improvviso, i suoni che diventano narrazione: un linguaggio unico. Ne La ricetta della felicità, invece, domina una regia buona, ma non incisiva allo stesso modo. Belle inquadrature, ma poca immersione.

Il secondo punto è la scrittura dei personaggi. Blanca non è solo un’investigatrice: è fragile, ironica, appassionata. Il suo rapporto con Liguori (interpretato da Giuseppe Zeno) rimane sospeso tra amore e distanza. Veronica, impersonata da Chiara Baschetti, porta gelosia e stabilità. Falena aggiunge pericolo e attrazione. Ognuno vive di contrasti veri. Ne La ricetta della felicità, invece, i ruoli restano più fissi: la sorella sospettosa, l’amica che cade nel vizio, la figlia che cerca un padre. Figure riconoscibili, ma meno tridimensionali.

Il terzo motivo riguarda la posta emotiva. In Blanca, nonostante si sia arrivati alla terza stagione, già nella prima puntata, la protagonista deve fare i conti con paure nuove, con un amore irrisolto e con la possibilità di diventare madre. La tensione è personale e collettiva. Ne La ricetta della felicità, le dinamiche familiari toccano corde delicate, ma raramente fanno tremare davvero lo spettatore. Il mistero di Enrico procede, ma con un ritmo più rassicurante che incalzante.

C’è poi il tema delle attualità. Blanca intreccia i suoi casi con scenari globali: la guerra in Ucraina, la questione migratoria, la sicurezza privata. Non si limita a raccontare un giallo: scava nella società. La ricetta della felicità preferisce muoversi in spazi più domestici e rassicuranti: famiglia, amicizia, rinascita.
Valori importanti, ma senza il rischio narrativo che fa la differenza.

Infine, il coinvolgimento. Ogni episodio di Blanca è costruito come un evento, con cliffhanger che accendono i social e alimentano le teorie dei fan. La ricetta della felicità accompagna con dolcezza, ma lascia meno traccia. È piacevole, ma non indimenticabile.

In definitiva, Blanca 3 dimostra che la fiction Rai può competere con le grandi serie internazionali. Lo fa con Maria Chiara Giannetta e un cast affiatato, con una regia coraggiosa e una scrittura capace di unire crime e vita personale. La ricetta della felicità resta assolutamente gradevole, ben recitata, con interpreti di spessore come Cristiana Capotondi, Lucia Mascino e Valeria Fabrizi. Ma non accende quella scintilla che fa battere il cuore. E in televisione, oggi, a fare la differenza è proprio questo.

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