Dopo 3 Oscar al primo capitolo, arriva al cinema il film-sequel più atteso: cast stellare, resa dei conti già iniziata

Era il 2010 quando David Fincher firmava un’opera destinata a cambiare il modo in cui il cinema raccontava la tecnologia: The Social Network conquistava pubblico e critica con la storia di Mark Zuckerberg, Eduardo Saverin, i gemelli Winklevoss, Sean Parker. Un intreccio di amicizie tradite, cause legali e ambizioni sfrenate che regalò al film otto nomination agli Oscar e tre vittorie, tra cui la sceneggiatura di Aaron Sorkin e la colonna sonora di Trent Reznor e Atticus Ross.

Quel film non era soltanto una cronaca della nascita di una piattaforma. Era il ritratto di un’epoca. Ha segnato l’immaginario collettivo e trasformato la Silicon Valley in un mito cinematografico. Un racconto che, a distanza di quindici anni, torna a pulsare con un seguito ufficiale. Il titolo? The Social Reckoning. In Italia arriverà al cinema il 9 ottobre 2026. E l’attesa, oggi, sembra interminabile.

Un’eredità enorme e un nuovo capitolo al cinema più politico che mai

Dietro la macchina da presa non c’è più Fincher. Questa volta il timone passa proprio ad Aaron Sorkin, già autore della sceneggiatura premiata con l’Oscar. Il suo sguardo sarà ancora più tagliente, più politico, più intimo. Il cuore del racconto è lo scandalo dei Facebook Files, svelato dal Wall Street Journal nel 2021. Al centro la figura di Frances Haugen, ex ingegnere della piattaforma, diventata la whistleblower più famosa d’America.

La interpreterà Mikey Madison, attrice premiata con l’Oscar, già nota per Once Upon a Time in Hollywood. Al suo fianco Jeremy Allen White, rivelazione di The Bear, nei panni del giornalista Jeff Horwitz. E poi Jeremy Strong, amatissimo per Succession, che raccoglie il testimone da Jesse Eisenberg come nuovo Zuckerberg. Una scelta che già divide, ma che accende la curiosità. Accanto a loro anche Bill Burr, volto inedito in un contesto drammatico. Un cast che mescola premi Oscar, volti da serie cult e interpreti capaci di dare corpo a un dramma collettivo. Non solo il destino di una piattaforma. Ma quello di milioni di persone, giovani e adulti, travolti da meccanismi che nessuno controlla davvero.

Cinema
The Social Network

Dalla gloria del passato a una resa dei conti globale

Il primo capitolo raccontava un’idea che si trasformava in impero. Il secondo promette di mostrare l’altra faccia: quella delle conseguenze. Non ci sono più stanze universitarie di Harvard. Non c’è più l’energia febbrile di chi vuole inventare il futuro. C’è la disillusione. C’è la responsabilità. C’è il prezzo altissimo del potere. The Social Reckoning si sposta quasi vent’anni dopo i fatti originali. Un salto temporale che fa da specchio a noi spettatori. Perché in quei vent’anni anche le nostre vite sono cambiate. Abbiamo vissuto connessi, abbiamo condiviso, discusso, litigato. E ora il cinema ci chiede di guardare allo specchio. Con la forza di un racconto che non assolve e non condanna, ma interroga.

Il film non è solo un sequel. È un atto politico. Parla di Big Tech, di etica, di interessi pubblici sacrificati ai profitti. Racconta i giovani che pagano il prezzo più alto, schiacciati da dinamiche tossiche. E racconta il coraggio di chi decide di esporsi, rischiando tutto per dire la verità. C’è chi già lo definisce un thriller sociale, chi lo paragona a Spotlight, chi a The Insider. Ma in realtà sembra essere qualcosa di diverso. Un’opera che unisce il linguaggio del cinema di denuncia alla potenza delle saghe biografiche. Con un respiro globale e un impatto che potrebbe essere anche più forte del primo capitolo. Il conto alla rovescia è iniziato. 9 ottobre 2026. Un appuntamento che non è solo con il cinema, ma con noi stessi. Perché se il primo film ci ha mostrato come nascono i giganti, questo promette di svelare come cadono.

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