Venezia lo ha applaudito a lungo. La giuria gli ha consegnato il Leone d’Argento. Ora La voce di Hind Rajab, distribuito da I Wonder Pictures, si prepara a un debutto italiano che promette di scuotere coscienze e sale: la data da ricordare è 25 settembre.
Un grido che arriva da Gaza
A firmarlo è Kaouther Ben Hania, regista tunisina che ha scelto di raccontare un episodio realmente accaduto nella Striscia di Gaza nel gennaio 2024. Al centro, la voce autentica della piccola Hind Rajab, appena cinque anni, rimasta intrappolata in un’auto colpita dal fuoco
durante l’invasione. Accanto a lei, la cuginetta Liyan Hamada. La disperata chiamata alla Mezzaluna Rossa, registrata e rimasta agli atti, diventa il cuore pulsante di un film che mescola ricostruzione e documento, dolore e speranza. Non è una semplice cronaca. È un film che obbliga lo spettatore a restare seduto, ad ascoltare senza filtri, a misurarsi con la fragilità dell’infanzia spezzata.
Attori che diventano testimoni
In scena troviamo Saja Kilani, Motaz Malhees, Clara Khoury e Amer Hlehel. Non recitano soltanto: sembrano portare addosso il peso di quelle telefonate reali. Le loro voci e i loro gesti si intrecciano con i materiali sonori originali, annullando i confini tra rappresentazione e realtà. Così il pubblico non assiste: partecipa.

Un trionfo di premi e riconoscimenti: non solo Venezia
Il percorso festivaliero ha consacrato l’opera come uno dei titoli più urgenti dell’anno. Oltre al Gran Premio della Giuria a Venezia, il film ha raccolto il Leoncino d’Oro AGISCUOLA, il Premio Cinema For UNICEF e quello della Croce Rossa Italiana. È stato scelto dalla Tunisia come candidato ufficiale agli Oscar 2026 per il miglior film internazionale. Ogni premio non è solo un riconoscimento artistico: è un segnale. La storia di Hind, portata in un festival, è diventata patrimonio di un pubblico globale.
Dietro le quinte e curiosità
La decisione di inserire le registrazioni autentiche è stata la scelta più radicale di Ben Hania. Non c’è filtro, non c’è ricostruzione posticcia: quella voce è vera, e arriva così com’è. Alla presentazione a Venezia il cast ha sfilato sul red carpet mostrando la foto di Hind Rajab, trasformando la passerella in un atto politico e civile. L’applauso, lunghissimo, ha sancito la forza di un racconto che travalica il cinema per farsi testimonianza.
Il peso e l’eredità di un film così
Parlare di La voce di Hind Rajab significa parlare di cinema civile. Un cinema che non teme di unire finzione e documento, che non smussa la violenza della realtà ma la porta in sala, davanti agli occhi di tutti. Molti registi hanno già riconosciuto che l’operazione di Ben Hania apre nuove strade: raccontare la guerra non solo come spettacolo, ma come trauma che riguarda la comunità. Per questo il film non è solo un successo di festival: è un precedente. Un segnale forte che il cinema può ancora cambiare prospettive e accendere il dibattito su etica, arte e diritti umani.
La data da segnare
Il momento ora si avvicina. Dal 25 settembre, gli spettatori italiani potranno incontrare questa storia in sala. Non sarà un film qualsiasi: sarà un’esperienza che resterà a lungo nella memoria di chi sceglierà di guardarlo. I Wonder Pictures porta così in Italia un’opera che ha già conquistato la critica internazionale.
