RaiPlay, Giuseppe Battiston ipnotico: il film che ti entra sotto pelle (ma non ti lascia scampo) in soli 17 minuti

Ci sono film che durano ore e non lasciano traccia e poi su RaiPlay c’è La regina di cuori, il cortometraggio di Thomas Turolo che in appena 17 minuti ti cattura e non ti molla più. Una visione che segna, che graffia, che lascia un’impronta difficile da dimenticare.

Presentato come evento speciale alla 78ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il corto è disponibile sulla piattaforma streaming della Rai. E il pubblico italiano può finalmente scoprire perché la critica lo ha definito una delle opere più potenti sul rapporto tra giovani e digitale. Nel cast, nomi che parlano alle nuove generazioni: Beatrice Vendramin, Mariasole Pollio, Cristiano Caccamo. E poi lui, Giuseppe Battiston, che interpreta lo psicologo con un’intensità capace di toccare corde intime e profonde.

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Cristiano Caccamo in La Regina di Cuori

Alice, la protagonista, è una diciottenne tormentata. Non riesce a liberarsi da incubi che ripropongono sfide estreme, simili a quelle della BlackOut Challenge. A perseguitarla è la figura enigmatica della Regina di Cuori, inquietante alter ego che rappresenta le paure più oscure della ragazza. Nel suo viaggio emotivo, Alice incontra il sostegno del fidanzato Andrea e dell’amica Martina, ma i traumi sono difficili da spegnere. È proprio Battiston, nei panni dello psicologo, a incarnare quella voce adulta che cerca di riportarla verso la luce.

Tra incubi, musica e rinascita: perché questo corto su RaiPlay ti colpisce così forte

La regina di cuori non è solo un racconto. È un’esperienza sensoriale che unisce cinema, animazioni dark e linguaggi transmediali. Girato in quattro formati – lineare, social movie, VR 360° e video mapping narrativo – il progetto abbatte le barriere tra spettatore e storia. Ti trascina dentro l’incubo di Alice, fino a farti sentire la stessa angoscia che vive lei. Ogni immagine è un pugno allo stomaco, ogni dettaglio una ferita che pulsa.

Il regista Thomas Turolo gioca con i simboli di Alice nel Paese delle Meraviglie, ribaltandoli in chiave moderna e disturbante. Il Bianconiglio, interpretato dallo stesso Turolo, diventa guida inquietante in un universo fatto di trappole digitali e dipendenze invisibili. Le musiche di Aka7even amplificano la tensione, con sonorità amatissime da chi vive immerso nei social e nella cultura pop contemporanea.


Non sorprende che il corto sia stato premiato al contest La Realtà che non esiste. È un racconto che mette in guardia senza paternalismi, che mostra quanto il confine tra realtà e virtuale possa diventare pericolosamente sottile. Ma soprattutto è un invito a non restare soli, a cercare appigli nell’arte, nella creatività, nelle relazioni autentiche. In questo senso, La regina di cuori è anche un’opera di speranza. Perché nonostante il buio, il percorso di Alice lascia intravedere una possibilità di rinascita. La consapevolezza che, anche dopo il dolore, si può scegliere la luce. E questo lo rende universale, vicino a chiunque abbia attraversato momenti difficili e si sia trovato intrappolato in gabbie invisibili.

L’impatto non si ferma al singolo corto. La scia di La regina di cuori ha influenzato altri progetti italiani, spingendo il cinema breve a osare di più. Dopo titoli come Happy Birthday e Revenge Room, questo lavoro ha aperto la strada a nuovi racconti che parlano ai giovani con linguaggi più diretti, usando il digitale non come accessorio ma come vero terreno narrativo.

Ecco perché guardarlo oggi su RaiPlay non significa solo scoprire un piccolo gioiello cinematografico. Significa anche assistere a un pezzo di evoluzione del cinema italiano. Un cinema che non ha paura di misurarsi con i mostri interiori e con i fantasmi digitali del nostro tempo. In soli 17 minuti, La regina di cuori ti entra sotto pelle. Ti mostra il lato oscuro dei social, ma allo stesso tempo ti ricorda che nessun incubo è eterno. Ed è proprio questa miscela di inquietudine e speranza a rendere il corto indimenticabile.

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