Successo da 356 milioni al botteghino, tratto dalla saga bestseller: arriva il film più spettacolare dell’anno su Netflix

Nel 2016 il regista David Yates, già famoso per la saga di Harry Potter, ha riportato in vita il mito di Tarzan con The Legend of Tarzan: un film che ha incassato 356 milioni di dollari al botteghino mondiale e che oggi puoi ritrovare su Netflix.

C’è un richiamo che non si spegne mai: è quello della giungla, dei tamburi lontani, del nome che ha segnato intere generazioni, Tarzan. La storia affonda le radici nei romanzi di Edgar Rice Burroughs, vera saga bestseller che ha ispirato fumetti, cartoni e film fin dagli anni ’30. Questa volta, però, il tono è diverso: più adulto, più cupo, più vicino alle ferite della storia africana.

Su Netflix The Legend of Tarzan: un mito tra avventura, amore e memoria

Al centro c’è John Clayton III, conosciuto come Tarzan. Nato in Africa, cresciuto dalla scimmia Kala, riportato in Inghilterra e divenuto Lord Greystoke. Ma la giungla non smette di chiamarlo. L’Africa è il luogo dove tutto è iniziato e dove tutto deve tornare. Accanto a lui c’è Jane Porter, interpretata da una straordinaria Margot Robbie. Jane non è più solo la damigella da salvare: è combattiva, intelligente, partecipe di ogni scelta. La loro coppia è il cuore emotivo del film.

A minacciare la pace è Leon Rom, spietato emissario di Re Leopoldo II del Belgio, interpretato da Christoph Waltz. Con il suo sguardo glaciale e il potere delle armi, Rom incarna la brutalità del colonialismo e della schiavitù. Ma Tarzan non combatte da solo. C’è George Washington Williams, interpretato da Samuel L. Jackson, che porta ironia, coraggio e memoria storica. E c’è anche Mbonga, capo tribale guidato da Djimon Hounsou, con un passato segnato da dolore e vendetta. Il film mescola scene d’azione mozzafiato, momenti intimi e riflessioni più profonde. Non è solo un ritorno all’avventura, ma anche un racconto sulle ferite dell’Africa, sulla libertà e sull’identità.

Netflix
The Legend of Tarzan, su Netflix

Curiosità, segreti e impatto del film

Dietro la spettacolarità, The Legend of Tarzan nasconde storie sorprendenti. Alexander Skarsgård, per interpretare Tarzan, si è sottoposto a mesi di allenamento estenuante. Ha guadagnato più di dieci chili di muscoli con dieta rigidissima e sacrifici quotidiani. Il ruolo di Jane era stato pensato per Emma Stone, che rinunciò. Così Margot Robbie ha portato una freschezza nuova, rendendo Jane moderna e indipendente. Il film è dedicato al produttore Jerry Weintraub, scomparso durante la lavorazione. Un omaggio a chi aveva creduto fortemente nel progetto.

Le musiche di Rupert Gregson-Williams, con il supporto di Hans Zimmer nelle scene d’azione, donano epicità e pathos. La CGI è stata molto elogiata: animali digitali realistici, giungle vive, battaglie coreografate con cura. Eppure, nonostante l’incasso e l’impatto visivo, il film non ha ottenuto premi importanti. Anzi, ha ricevuto due nomination ai Razzie Awards. Eppure molti critici hanno riconosciuto il valore della sua estetica e del coraggio tematico.

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Soprattutto, The Legend of Tarzan ha aperto una strada. Non ha generato sequel, ma ha mostrato come i classici possano essere ripensati. Ha riportato in auge l’avventura esotica, con un’attenzione nuova ai temi sociali. Jane, resa emancipata e determinata, ha influenzato altre figure femminili nei film d’azione degli anni successivi. Una rivoluzione silenziosa, ma importante. Rivederlo oggi su Netflix significa riscoprire un film che unisce spettacolo e riflessione. Un’opera che non si limita a intrattenere, ma invita a guardare indietro e avanti. Il mito di Tarzan resta eterno perché parla di radici, identità e scelte. La giungla ti aspetta di nuovo. E questa volta non puoi restare indifferente.

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