Tucker – Un uomo e il suo sogno. L’altro capolavoro di Francis Ford Coppola che nessuno ti ha raccontato.
Tra le pieghe dorate della filmografia di Francis Ford Coppola si nasconde una gemma luminosa ma spesso dimenticata. Non ha Marlon Brando, né scenari di guerra psichedelici, ma Tucker – Un uomo e il suo sogno (1988) è probabilmente una delle sue opere più personali, eleganti e politicamente taglienti. E non lo dico per provocare i puristi de Il Padrino, che rimane intoccabile, ma perché Tucker è quel film che, pur senza fare rumore, ha lasciato un segno nel cuore di chi sa guardare oltre i titoli da Oscar. Perché sì, i premi li ha anche lui. Golden Globe a Martin Landau, nomination agli Oscar, applausi a Venezia. Solo che poi è finito nel dimenticatoio, come la sua auto rivoluzionaria.
Coppola racconta la storia vera di Preston Tucker, interpretato da un Jeff Bridges in stato di grazia, che nel dopoguerra sogna di cambiare il mondo costruendo un’auto con soluzioni innovative: cinture di sicurezza, fari direzionali, parabrezza a espulsione. Visioni che oggi diamo per scontate ma che allora sembravano uscire da un romanzo di fantascienza. Ma l’America, quella vera, fatta di banche, politici e multinazionali, non ama chi accelera troppo. Le “Big Three” di Detroit lo affondano con accuse di frode e sabotaggi legali. E anche se Tucker viene assolto, la sua azienda muore. Come un sogno che si spegne poco prima dell’alba.
La regia più calda (e malinconica) di Francis Ford Coppola
C’è chi associa Coppola al buio delle stanze di Don Corleone, ai fumi del napalm su Saigon. Ma qui il suo cinema diventa jazz, luce calda, movimento. Complice la fotografia ipnotica di Vittorio Storaro e la colonna sonora di Joe Jackson, il film danza tra commedia capriana e dramma sociale. Coppola non grida mai, non alza il pugno. Ma insinua. Ti accompagna per mano nel sogno americano e poi, senza preavviso, ti mostra il conto. Uno salatissimo. Ogni tanto Hollywood si ricorda dei grandi. E per Martin Landau, nel ruolo di Abe Karatz, è successo proprio qui. Il Golden Globe se lo porta a casa, e la nomination all’Oscar lo consacra, anche se solo a metà. Il suo personaggio è l’unico che crede in Tucker fino alla fine.

Ed è proprio grazie alla sua interpretazione che il film ha cuore, spessore e tenerezza. Tucker – Un uomo e il suo sogno, disponibile in streaming su Prime Video non ha bisogno di effetti speciali per essere attuale. Parla di idee che disturbano, di sistemi che opprimono, di uomini che provano e falliscono per cambiare le cose. Ed è forse per questo che oggi, nel mondo delle startup glitterate e dei sogni liquidi, il film risuona più forte di allora. Perché è una storia vera. E perché Coppola, con questo film, non gira solo una biografia. Gira il suo manifesto.
