RaiPlay sta per toglierlo, guardalo prima che sparisca: uno dei 100 migliori film di tutti i tempi, Jeff Goldblum magnetico

Solo dieci giorni, poi questo film scompare da RaiPlay. E perderlo significherebbe lasciarsi sfuggire uno dei cult horror più potenti di sempre.

“La mosca” è il titolo da vedere adesso, senza rimandare. Diretto da David Cronenberg nel 1986, è uno di quei film che hanno cambiato per sempre il linguaggio del cinema di genere. E che, a quasi quarant’anni di distanza, fanno ancora rabbrividire. Il protagonista è un giovanissimo Jeff Goldblum, nel ruolo della sua vita: lo scienziato Seth Brundle, geniale, isolato, imprevedibile. Una mente brillante che lavora al teletrasporto. E che decide di sperimentare la propria invenzione sul suo stesso corpo.

Con lui sullo schermo c’è Geena Davis, che interpreta Veronica, una giornalista affascinata dall’esperimento e dall’uomo dietro la macchina. I due si innamorano. Ma qualcosa va storto. Nella capsula del teletrasporto entra una mosca. E il DNA di Brundle comincia a cambiare. Da lì in poi, tutto precipita. Il corpo dello scienziato si trasforma. Il suo viso si deforma. La pelle si lacera, i denti cadono, i peli crescono a dismisura. Ma è l’anima a collassare per prima. Cronenberg non mostra solo l’orrore fisico: racconta il dolore, la solitudine, la disintegrazione dell’identità. Un film mostruoso e struggente.

Su RaiPlay solo fino al 10 agosto, “La mosca” è uno di quei film che non trovi più in TV e che è raro vedere in streaming. E non è una visione come le altre.

RaiPlay
Jeff Goldblum in La Mosca, su RaiPlay

Perché “La mosca” è ancora oggi un film che ti resta dentro (e non puoi perderlo su RaiPlay)

Quello che rende questo film indimenticabile non è solo il trucco spettacolare (premiato con l’Oscar) o gli effetti speciali d’autore. È l’intensità emotiva. La storia d’amore che si sgretola. La paura di perdere sé stessi. Il terrore di trasformarsi in qualcosa di altro, di alieno. David Cronenberg, che appare anche nel film in un cameo come ginecologo, costruisce un’opera che ha fatto scuola. Il genere è horror, ma l’anima è drammatica. Brundle è un mostro, sì. Ma è anche un uomo che ha paura, che soffre, che ama. Fino alla fine.

Jeff Goldblum passa attraverso sei stadi di metamorfosi, con un lavoro di trucco firmato Chris Walas e Stephan Dupuis che ha fatto storia. Ogni fase richiedeva fino a cinque ore di make-up. Un processo estenuante, che ha portato sullo schermo una delle trasformazioni più impressionanti mai viste al cinema. Il film è il remake di un classico del 1958, “L’esperimento del dottor K”, ma lo supera in tutto. E diventa simbolo di un’intera corrente cinematografica: il body horror, dove il corpo umano si fa incubo, macchina, prigione. Una riflessione viscerale su malattia, mutazione, identità e perdita.

Prodotto da Mel Brooks (che ha voluto restare fuori dai titoli per non condizionare il pubblico), “La mosca” ha vinto e convinto ovunque: Oscar per il miglior trucco, Saturn Award per miglior film horror, nomination ai BAFTA e inserito da TIME tra i 100 migliori film di tutti i tempi. Una scena fu censurata perché troppo cruda: la fusione tra un gatto e un babbuino, considerata eccessiva persino per gli standard del film.

La potenza di questa pellicola ha lasciato il segno. Non solo ha lanciato Goldblum nell’olimpo di Hollywood, ma ha anche influenzato decine di registi, da Guillermo del Toro a Darren Aronofsky. Persino il sequel, “La mosca 2”, non è mai riuscito a replicare la forza dell’originale. Ancora oggi, chi ama il cinema d’autore e i film che colpiscono allo stomaco non può restare indifferente. “La mosca” è un’esperienza. È una favola tragica. È il momento in cui l’horror diventa emozione pura.

Se non l’hai mai visto, è ora. Se l’hai già visto, rivedilo. Su RaiPlay c’è ancora per poco. E poi, chissà quando tornerà. Non è solo un film da guardare. È un film che ti guarda dentro.

Lascia un commento