Netflix lo cancellerà il 21 agosto. E perderlo sarebbe un peccato. “Mars Attacks!” non è solo un film di fantascienza. È un attacco frontale al genere stesso. E lo fa con uno stile che nessun altro ha più osato.
Uscito nel 1996, diretto da Tim Burton e scritto da Jonathan Gems, il film è una parodia folle dei classici d’invasione aliena. Ma non è solo una parodia. È un delirio pop, un’ironia graffiante, un esperimento riuscito a metà che oggi è diventato un cult assoluto. Nel cast ci sono nomi che ancora oggi valgono un click: Jack Nicholson (in due ruoli!), Glenn Close, Annette Bening, Pierce Brosnan, Danny DeVito, Michael J. Fox, Sarah Jessica Parker, Tom Jones, Natalie Portman, Jim Brown e tanti altri. Un cast così non si rivede spesso. E in nessun altro film muoiono tutti così in fretta.
“Mars Attacks!” inizia come una commedia sci-fi. Ma si trasforma presto in un’apocalisse comica dove tutto viene distrutto. Letteralmente. I marziani sono piccoli, verdi, con tute rosse e teste giganti. Sembrano buffi, ma sono sadici. Ridono mentre disintegrano la Casa Bianca. La loro arma è un raggio verde. Ma la loro vera forza è la crudeltà. Uccidono, distruggono, irridono l’umanità. Tutto è così eccessivo che si finisce per ridere. A denti stretti.
Nel film c’è anche una critica feroce alla politica americana. Il presidente (Nicholson) vuole negoziare. I militari vogliono attaccare. Gli scienziati parlano di pace. Ma nessuno capisce davvero cosa sta succedendo. E nel caos, tutto crolla. Il dettaglio geniale? I marziani possono essere sconfitti solo con una vecchia canzone country. Quando parte a tutto volume, le loro teste esplodono. Così, nel finale più assurdo di sempre, la musica salva il mondo.

Su Netflix un ‘flop’ diventato leggenda: così “Mars Attacks!” ha cambiato la fantascienza (senza che ce ne accorgessimo)
All’uscita fu un disastro. Independence Day, uscito pochi mesi prima, aveva incassato milioni con la sua epica patriottica. Mars Attacks! invece venne travolto dalle critiche. Troppo strano. Troppo crudele. Troppo sopra le righe. Ma col tempo, qualcosa è cambiato. Il film è stato riscoperto. Amato da chi ama la satira, da chi adora Burton e da chi è cresciuto con i B-movie anni ’50. Il suo stile irriverente ha influenzato tanti film venuti dopo. Da “Scary Movie” a “Don’t Look Up”, passando per serie animate come “Rick and Morty”.
I marziani di Burton sono diventati icone. Il loro look si ispira alle figurine Topps del 1962. Carte famose per la violenza, subito censurate all’epoca. Proprio da lì nasce l’idea del film. Un prodotto pulp, grottesco, pop. I mostri dovevano essere in stop-motion. Ma il budget limitato spinse la produzione verso la CGI. Fu una scelta azzardata per l’epoca. Ma oggi, con gli occhi del 2025, quei marziani computerizzati hanno un fascino vintage irresistibile.
La colonna sonora di Danny Elfman, premiata ai Saturn Awards, contribuisce al tono disturbante. È inquietante e giocosa, come il film. Una ninna nanna macabra mentre il mondo va in pezzi. “Mars Attacks!” non vuole essere realistico. Vuole disturbare. Vuole farci ridere mentre tutto crolla. Per questo ha lasciato un segno. Ha anticipato il gusto per la parodia crudele, l’umorismo nero, l’estetica kitsch. E oggi, in un’epoca che ama i cult dimenticati, suona più attuale che mai.
https://www.youtube.com/watch?v=FbMXv7paVNA
Ma attenzione: resta su Netflix ancora per pochi giorni. Poi sparirà. E non è facile trovarlo altrove in streaming. Se ami il cinema che osa, guardalo prima del 21 agosto. È folle, sgangherato, visionario. Ma anche unico. Non lo dimenticherai.
