Tratto da un libro-scandalo, è il film più inquietante ora su Netflix: una discesa nella mente che non perdona

Un ragazzo idealista, una città che divora sogni e una giovane anarchica che lo trascina nell’abisso: tutto questo è “Una vita onesta”, il film più disturbante ora su Netflix.

Arriva dalla Svezia, ma non aspettatevi i soliti paesaggi glaciali e silenzi contemplativi. Questa storia brucia. Brucia sotto la pelle e dentro le coscienze. Diretto da Mikael Marcimain, tratto dal romanzo omonimo di Joakim Zander – ex giurista europeo e voce lucida del disagio contemporaneo – il film è ambientato nella città universitaria di Lund. Un luogo simbolico, perfetto per raccontare lo scontro tra giovinezza e istituzioni, tra slanci ideali e compromessi crudeli.

Il protagonista è Simon, interpretato da Simon Lööf, giovane studente che arriva a Lund per studiare legge. È pieno di aspettative, sogni e buone intenzioni. Ma non ci vorrà molto perché tutto crolli. Durante una protesta studentesca, incontra Max. Carismatica, impetuosa, completamente fuori dagli schemi. Le dà corpo e voce una sorprendente Nora Rios, che consegna una delle interpretazioni più potenti viste negli ultimi mesi su Netflix. Max è un uragano. Lo trascina nel suo mondo anarchico e spietato. Simon inizia a perdere sé stesso. Ogni scelta lo allontana dalle sue radici. Ogni gesto è più estremo del precedente. Finché la realtà non si deforma del tutto.

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Una vita onesta, su Netflix

Su Netflix un racconto disturbante sull’identità, la ribellione e il prezzo da pagare per “sentirsi vivi”

La forza di Una vita onesta sta tutta qui: nel mostrarci quanto sia facile perdersi. Non ci sono buoni e cattivi. Solo scelte. E conseguenze. Il film non giudica. Osserva. E ci costringe a farlo anche noi, scena dopo scena, mentre Simon si trasforma. La sua metamorfosi è lenta ma inesorabile. Un giorno si sveglia e non sa più chi è. E nemmeno noi spettatori lo sappiamo. Il merito è anche di una regia tesa, nervosa, senza filtri. Marcimain costruisce un’atmosfera claustrofobica usando gli spazi reali di Lund, girando tra campus storici, piazze gelide e locali underground. Alcune scene sono state riprese durante vere proteste studentesche, e si sente.

Accanto ai due protagonisti, troviamo Peter Andersson nel ruolo di una figura adulta che rappresenta una possibile via d’uscita. O forse solo un’illusione. Completano il cast Willy Ramnek Petri, Nathalie Merchant e Christoffer Rigeblad. Nonostante sia uscito da pochi giorni, Una vita onesta ha già fatto parlare di sé. Nessun premio ufficiale, ma critica entusiasta in Svezia e in tutta Europa. In particolare per la fotografia e per l’intensità emotiva dell’interpretazione di Nora Rios. Il finale è simbolico, quasi sospeso. Simon guarda la città dall’alto. Non è più sua. Non lo è mai stata. Una chiusura che ricorda il miglior cinema d’autore scandinavo.

Se cercate una storia semplice, questo film non fa per voi. Ma se siete pronti a lasciarvi interrogare, a entrare in una spirale dove nulla è prevedibile, allora sì: Una vita onesta è una visione obbligata. Un film che, come il romanzo da cui nasce, non consola. Ma illumina. E mette a nudo tutto ciò che spesso preferiamo ignorare. Ora disponibile su Netflix.

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