Michele Riondino molla per un attimo Il Giovane Montalbano. Ma non all’intensità. Al suo fianco, Valerio Mastandrea, maestro dei non detti. Insieme, entrano in un film dove nessuno è salvo, ma tutti si somigliano.
“È andata così” è la nuova commedia malinconica diretta da Gianni Zanasi. Una storia che racconta la famiglia per com’è davvero: imperfetta, affollata, teneramente insopportabile. Valentina Lodovini interpreta Cecilia, madre di due figli, tre ex amori e mille incastri emotivi. In crisi profonda, decide di affrontare il passato. A muso duro. Sul suo cammino trova Christophe (Mastandrea), Guido (Leonardo Lidi) e Tony (Riondino). Tre uomini diversi, ma tutti legati da lei. E dai figli. Nessuno può chiamarsi fuori.
Il destino li rimette insieme. Nello stesso appartamento. Una convivenza forzata, comica, rabbiosa, tenera. Come solo le vere famiglie sanno essere. Tra dialoghi secchi, risate amare e slanci d’affetto, il film esplora le crepe. Quelle che non si vedono. Quelle che tutti fingiamo di ignorare. E lo fa con un tono ibrido, sospeso tra farsa e struggimento.
Michele Riondino e Valerio Mastandrea in una storia che non giudica nessuno e abbraccia tutti
“È andata così” sceglie di non schierarsi. Ogni personaggio ha torti e ragioni. Nessuno è del tutto colpevole, nessuno davvero innocente. Come succede nella vita vera. Gianni Zanasi, con l’aiuto di Michele Pellegrini e Giacomo Ciarrapico, scrive un copione che pulsa. Nessuna battuta è gratuita. Ogni parola serve a scavare. Mastandrea interpreta un uomo stanco della sua stessa intelligenza. Riondino è impeccabile nel ruolo di ex affascinante e narcisista. Lodovini è l’anima viva del film. Soffre, si difende, ride. E ama. Sempre e comunque. Accanto a loro, Leonardo Lidi sorprende. Il suo Guido è fragile, vero, spiazzante. Uno di quei personaggi che ti restano addosso anche dopo i titoli di coda.

Il film è girato tra Roma, Tuscania e la suggestiva Orvieto. La fotografia di Vladan Radovic regala atmosfere intime, ma mai claustrofobiche. C’è aria. C’è spazio. Anche per il dolore. Tonino Zera firma una scenografia che riflette il caos dei legami. I costumi di Olivia Bellini vestono i personaggi senza tradirli. Ogni dettaglio è pensato. Ma mai rigido. Il suono, curato da Fabio Conca, accompagna la narrazione senza rubare la scena. Anche il silenzio, qui, dice qualcosa.
Prodotto da Pupkin Productions, Paco Cinematografica e Vision Distribution, con il supporto di Neo Art Producciones e A B Film, il film è frutto di una collaborazione internazionale. Ma ha un’anima italiana, profondamente. “È andata così” dovrebbe arrivare nelle sale il 30 ottobre 2025. Ma è già pronto a farsi ricordare. Perché parla a chiunque abbia mai provato a mettere ordine nel cuore. Non è solo una commedia. È una confessione collettiva. Una resa incondizionata alla complessità dei sentimenti. E al bisogno di continuare a volersi bene, nonostante tutto. In un tempo in cui tutti urlano, questo film sussurra. E arriva più lontano.
