Cast da Oscar, troppo intenso per chi rifiuta il dolore: stasera in tv cult struggente che cambia il tuo sguardo

Will Smith affronta il dolore più grande in Collateral Beauty, stasera in tv. Keira Knightley, Helen Mirren e Edward Norton lo accompagnano in un viaggio tra vita e morte. Oggi alle 21:12, su Iris (canale 22), va in onda un film che divide, commuove e lascia il segno.

Collateral Beauty non è solo un dramma. È una lettera aperta al lutto, al tempo che sfugge, all’amore che resiste anche nel dolore. Il regista David Frankel dirige una delle storie più delicate del cinema recente. New York fa da sfondo a un uomo spezzato. Il protagonista si chiama Howard Inlet. È un pubblicitario di successo, crollato dopo la perdita della figlia. Un dolore che lo paralizza. Che gli toglie le parole, il tempo, la voglia di vivere. Howard inizia a scrivere lettere. Non a persone, ma a Amore, Tempo e Morte. Scrive perché ha bisogno di risposte. Perché non riesce più a stare in silenzio.

Preoccupati per lui e per l’azienda sull’orlo del fallimento, i suoi amici — Edward Norton, Kate Winslet, Michael Peña — decidono di intervenire. Ingaggiano tre attori. Devono impersonare quei concetti astratti. Devono parlare con Howard. Spingerlo a reagire. O a dimostrarsi inadatto alla guida dell’azienda. Ma qualcosa cambia. Per tutti. Anche per loro.

Keira Knightley è Amore. Helen Mirren è Morte, vestita di bianco, eterea, spettrale. Jacob Latimore è Tempo. Giovane, diretto, inevitabile. La loro presenza scuote Howard, ma non solo lui. Anche i suoi amici, apparentemente forti, sono pieni di crepe. E quelle crepe iniziano ad aprirsi.

Stasera in tv
Will Smith in Collateral Beauty, stasera in tv

Stasera in tv una bellezza collaterale da riconoscere nel dolore più profondo

Naomie Harris, guida di un gruppo di sostegno, diventa il cuore segreto della storia. Il suo personaggio porta tenerezza e verità. Il suo dolore rispecchia quello di Howard. Ma lo affronta diversamente. Collateral Beauty è un film che ha diviso la critica. Troppo sentimentale per alcuni. Profondo e coraggioso per altri. Ma è impossibile negarne l’ambizione e il cast straordinario.

La colonna sonora di Theodore Shapiro sottolinea ogni svolta emotiva. Non accompagna: abbraccia lo spettatore. Lo stringe senza lasciarlo mai. Dietro le quinte, gli effetti speciali usano manichini in silicone per alcune scene con le “presenze astratte”. Un dettaglio tecnico che amplifica il tono onirico della storia.

Il film ha ricevuto alcuni riconoscimenti: Naomie Harris è stata premiata come miglior attrice rivelazione agli Hollywood Film Awards. È stata anche candidata dai critici londinesi. Will Smith ha ricevuto una nomination agli NAACP Image Awards. Eppure, il pubblico non ha risposto. Il film è stato un flop. Uno dei peggiori incassi della carriera di Smith. E ha ricevuto una nomination ironica ai Razzie Awards per “peggior combinazione sullo schermo”.

Ma Collateral Beauty non si misura con i numeri. È uno di quei film che o ti entra dentro o ti respinge. Che ti scava o ti infastidisce. Non ha ispirato saghe. Non ha segnato il cinema del lutto. Ma in certi contesti, viene ancora citato. Per il coraggio di mettere in scena concetti astratti. Per la scelta di non essere realistico, ma necessario. Se stasera in tv vuoi qualcosa che ti sfidi, che ti costringa a sentire, sintonizzati su Iris. Potresti scoprire che la vera bellezza non è quella perfetta. Ma quella collaterale, che resta dopo che tutto il resto è crollato.

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