Né Battiti Live né Tim Summer Hits, l’estate musicale non decolla: perché c’entrano Carlo Conti e Sanremo 2026

Elodie non lancia nulla di incisivo, Marco Mengoni resta in sordina, Mahmood si eclissa, Annalisa è in tour ma senza una vera hit nuova e i programmi estivi, da Battiti Live a Tim Summer Hits, sembrano in apnea. Che succede alla musica italiana?

Non è solo una sensazione. L’estate musicale 2025 non decolla. Le radio passano canzoni poco memorabili. Le classifiche digitali stagnano. E il pubblico si accorge dell’assenza reale dei big. Qualcosa è cambiato. E a guardare bene, nel silenzio assordante di luglio, spunta un nome familiare: Carlo Conti.

Dopo il trionfo del Festival di Sanremo 2025, che ha superato persino gli ascolti delle edizioni di Amadeus, l’effetto Conti è diventato tangibile. Ha riportato il Festival su binari musicali puri, eliminando fronzoli, polemiche e ospitate superflue. Il risultato? Uno show record: 13,4 milioni di spettatori nella finale e share oltre il 73%. Più di 87% nel momento della proclamazione del vincitore, Olly. Una prova che l’Italia ha ancora voglia di musica vera. Ma con un palcoscenico preciso.

Conti non ha detto ancora una parola su Sanremo 2026 (sempre ammesso che la kermesse si svolga ancora nella città ligure e porti questo nome anche nella prossima edizione). Eppure, la sola presenza di Conti pare bastare. Come se il settore intero fosse in stand-by. In attesa di presentare il ‘pezzo forte’ per la gara di febbraio. Il punto non è solo chi c’è, ma chi non c’è davvero. A quest’estate mancano il Fedez di Mille o de La Dolce vita, l’Achille Lauro di Bam Bam Twist o l’Irama di Nera. Manca l’effetto tormentone. Nessuna Italodisco, nessuna Storie Brevi. Nessuna esplosione virale. Solo un lungo, inspiegabile anticipo d’autunno.

Carlo Conti
Carlo Conti

Un’estate sospesa e un solo nome sullo sfondo: Carlo Conti

I social se ne sono accorti. “Dove sono finiti i pezzi da spiaggia?”, scrive qualcuno su X. “Estate noiosa, servirebbe un Sanremo”, replica un altro. Non è una provocazione. È un dato emotivo. Il grande palco italiano sembra aver preso tutto lo spazio narrativo e simbolico. Anche a luglio. Le major discografiche appaiono più prudenti. Si limitano a lanciare brani tiepidi o cover rivestite da ritmi leggermente diversi (come Alfa con A me mi piace, rifacimento di Me gustas tu in featuring con Manu Chao). Il cuore non batte.

Nel frattempo, la Rai osserva. E pianifica. Dopo il successo senza precedenti della 75ª edizione, Conti è stato confermato anche per il 2026. Una scelta logica. Ma con effetti collaterali inaspettati. Perché il suo Sanremo non è più solo un festival. È diventato uno standard. Un traguardo. Un orizzonte su cui tutti sembrano voler puntare. A costo di saltare l’estate. Un’estate senza hit è un fatto raro in Italia. Ci eravamo abituati ai tormentoni seriali, ai duetti improbabili, ai balli virali su TikTok. Quest’anno, invece, il silenzio è assordante.

Forse la musica sta cambiando. O forse, più semplicemente, si sta preparando. Perché se il palco più importante d’Italia chiama, è difficile rispondere prima. Carlo Conti non ha ancora annunciato nulla. Nessun cantante è stato svelato. Eppure, l’effetto domino è già partito. In piena estate. Sanremo 2026 potrebbe non solo rilanciare altri record, ma riscrivere le regole della promozione musicale. Colpendo prima ancora di andare in onda.

Intanto, Battiti Live e Tim Summer Hits restano a corto di fuochi d’artificio. E le spiagge ballano canzoni del passato. O remix estemporanei. Con poco cuore e meno anima. Ma forse, è solo quiete prima del botto. Il silenzio prima di una grande esplosione. Con un direttore d’orchestra molto chiaro in mente. Carlo Conti.

Lascia un commento