“Rocco Schiavone è stato cancellato”: una frase che, ciclicamente, riappare sul web come un’eco insistente. E ogni volta, getta nel panico migliaia di fan della fiction Rai.
Ma anche questa volta arriva la smentita. Chi parla è la Film Commission Valle d’Aosta. E il messaggio è chiarissimo: la settima stagione si farà, le riprese sono previste per la primavera del 2026. La serie con Marco Giallini nei panni del vicequestore più amato d’Italia è più viva che mai.
A confermare tutto, oltre alla Film Commission, c’è anche la Rai, che ha ribadito il proprio impegno nel proseguire la produzione. Dietro le voci c’è solo disinformazione, forse alimentata da qualche pausa creativa o da un finale aperto. Ma Rocco Schiavone non è affatto finito. La serie, trasmessa su Rai 2 dal 2016, ha segnato una svolta per la fiction italiana. Ispirata ai romanzi di Antonio Manzini, ha portato sullo schermo un personaggio malinconico, sarcastico, ruvido. Ma profondamente umano.
Marco Giallini, con la sua interpretazione intensa e asciutta, ha dato vita a un vicequestore romano trapiantato ad Aosta. Un uomo che combatte i crimini, ma anche i propri fantasmi. Primo fra tutti, il lutto della moglie Marina, che lo accompagna come un’ombra dolce e crudele. Al suo fianco, un cast di altissimo livello: Ernesto D’Argenio, Francesco Acquaroli, Valeria Solarino, Miriam Dalmazio (che ha raccolto l’eredità di Isabella Ragonese), Claudia Vismara, Filippo Dini, solo per citarne alcuni.
“Rocco Schiavone” ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui candidature ai Nastri d’Argento e un premio per la miglior colonna sonora. È una delle pochissime serie italiane esportate all’estero, trasmessa anche su Amazon Prime Video e canali pubblici europei.

Rocco Schiavone: settimana dopo settimana, un legame emotivo profondo
Chi ama “Rocco Schiavone” non lo fa solo per i casi da risolvere. Lo segue per il suo mondo interiore, per la malinconia che si respira in ogni dialogo. Per quell’aria disillusa, dura e tenera insieme, che somiglia all’Italia vera. La fiction ha rivoluzionato il linguaggio del poliziesco televisivo. Ha rotto lo stereotipo del commissario perfetto. Rocco non è un eroe, è un uomo. Beve troppo, fuma anche quando non dovrebbe, si circonda di amici poco raccomandabili. Ma ha un senso profondo della giustizia e una dignità che non ha prezzo.
Con la sesta stagione, andata in onda nel 2025, Schiavone ha persino lasciato l’Europa. Un’indagine lo ha portato in Sud America alla ricerca di un amico scomparso. Un episodio fuori dagli schemi, capace di mescolare noir, introspezione e paesaggi lontani.
Ora, con la conferma della settima stagione, il viaggio continua. Non ci sono ancora dettagli ufficiali sulla trama, ma tutto lascia intuire che il lato più intimo del vicequestore sarà ancora protagonista. I romanzi di Antonio Manzini offrono ancora molto materiale, e il pubblico non ha mai smesso di chiedere nuove puntate. Le location in Valle d’Aosta sono diventate meta di veri e propri tour per appassionati. La fiction ha persino avuto un impatto sul turismo della regione.
“Rocco Schiavone” è oggi considerata una delle serie italiane più riuscite dell’ultimo decennio. E proprio per questo, ogni voce sulla sua presunta cancellazione colpisce forte. È come se qualcuno volesse spegnere una fiamma accesa nel cuore del pubblico. Ma la fiamma è ancora accesa. E brucia, lenta e decisa, verso una nuova stagione. Le parole della Film Commission e della Rai non lasciano dubbi: il vicequestore Schiavone tornerà. Forte della sua malinconia, dei suoi dolori, della sua ironia. Più vivo che mai. Perché alcuni personaggi non si spengono. Resistono. E ritornano.
