Non è facile raccontare l’adolescenza senza cadere nei soliti cliché, ma Rumors, la serie norvegese firmata da NRK e disponibile su RaiPlay, ci riesce alla perfezione.
Da ieri la seconda stagione di Rumors è disponibile su RaiPlay, e se non l’hai ancora notata, è il momento di recuperare. Ti perderesti una delle storie più vere, oneste e coinvolgenti dell’anno. Erik Nielsen ha solo sedici anni. Dopo un grave episodio di bullismo a Bergen, la polizia è intervenuta e la sua vita è cambiata per sempre. È così che arriva su Vesterøy, un’isola tanto fittizia quanto realistica, per vivere con sua madre e ricominciare da capo. Ma i segreti viaggiano veloci, soprattutto sui social. Ed è lì che iniziano i problemi. Su quell’isola, Erik prova a non raccontare il motivo del suo arrivo. Ma il silenzio, a volte, fa più rumore di mille parole. I pettegolezzi si moltiplicano. Gli smartphone diventano armi. I sospetti si insinuano in ogni angolo della scuola.
Rumors racconta tutto questo con una lucidità rara. Con scene brevi, dirette, ma che colpiscono nel profondo. Ogni episodio dura meno di dieci minuti. Ma nessuno è banale. Nessuno è inutile. In questo nuovo capitolo, ritroviamo accanto a Erik il fedele Mathias, interpretato da Teo Tomczuk, e la brillante Sara, portata sullo schermo da Alisa Sussmann. C’è anche Thea, aspirante influencer dal volto di Sisilja Garen, che all’inizio semina voci per gioco, ma imparerà quanto possano ferire.
Il cast è giovanissimo. Quasi tutti esordienti. Eppure autentici. Spontanei. Credibili. Come raramente accade. La regia è firmata da Kjersti Steinsbø e Andreas Søfteland Milde. La sceneggiatura è di Christoffer V. Ebbesen e Sigrid Clementine Kolbjørnsen. Tutti nomi da tenere d’occhio nel panorama della serialità europea. Rumors è stato definito l’erede naturale di Skam. Ma chi l’ha visto sa che non è una semplice copia. È qualcosa di diverso. Più fragile. Più intimo e diretto.

RaiPlay, non solo serie per adolescenti: perché Rumors parla anche a noi adulti
Questa non è una serie solo per ragazzi. È una lente puntata su ciò che accade ogni giorno tra le generazioni più giovani. E che troppo spesso ignoriamo. Rumors parla di bullismo, revenge porn, molestie, identità di genere e pressione sociale. Ma non lo fa mai con tono moralista. Mostra. Non spiega. Ti costringe a guardare. E a riflettere. I dialoghi sono scritti e rivisti da veri adolescenti, tra i 13 e i 15 anni. Il risultato? Conversazioni che suonano vere. Situazioni che ti restano addosso. Emozioni che non sembrano mai forzate.
“Quest’isola può diventare un inferno per chiunque sia diverso dagli altri…”
In arrivo su #RaiPlay la seconda stagione di #Rumors, dal 20 giugno pic.twitter.com/YWOh7o1nsH
— RadiocorriereTv (@RadiocorriereTv) June 17, 2025
La brevità degli episodi – pensati per smartphone e fruizione rapida – rende tutto ancora più efficace. Ogni minuto conta. Ogni scena ha un peso. Il binge watching è quasi inevitabile. Dietro Rumors c’è la stessa casa di produzione che ha lanciato Skam: la norvegese NRK. Ma stavolta la sfida è più grande. E più profonda. Portare sugli schermi europei una serie che parla il linguaggio vero degli adolescenti.
E la sfida è stata vinta. In Norvegia è stato un successo. In Italia, su RaiPlay, sta raccogliendo consensi crescenti. È già stata confermata una terza stagione. E il format breve ha ispirato nuove produzioni su altre piattaforme. Rumors non ti urla addosso. Non cerca lo scandalo. Ti accompagna lentamente. Ti lascia spazio per capire. Per sentire. Per ricordare com’era essere fragili. Hai mai avuto paura di quello che dicevano di te? Allora, questa è la serie che dovresti vedere oggi. È online su RaiPlay da ieri, 20 giugno. E non è mai troppo tardi per iniziare a guardarla.
