Cento domeniche è su Netflix: perché vale la pena vedere il film più sincero di Antonio Albanese.
Un dramma ispirato a storie vere, che tocca corde profonde e racconta una ferita tutta italiana. Ora disponibile su Netflix, Cento domeniche è un film che non puoi perdere. Il nome di Antonio Albanese evoca subito la commedia, ma in Cento domeniche l’attore e regista si spinge in un territorio più intimo e drammatico. Ambientato a Lecco, nei luoghi d’origine dello stesso Albanese, il film racconta una storia di fiducia tradita, crisi personali e sociali, e lo fa con una forza narrativa che lascia il segno.

Non si tratta solo di un film toccante: Cento domeniche è uno spaccato lucido e spietato di quello che è accaduto davvero a migliaia di risparmiatori italiani negli ultimi anni. Antonio Riva, interpretato dallo stesso Albanese, è un ex tornitore in prepensionamento. Vive una vita tranquilla: il bocciodromo con gli amici, le premure per la madre anziana, l’amore silenzioso per una donna sposata. Ma soprattutto, c’è sua figlia Emilia, che si sta per sposare. Antonio sogna di accompagnarla all’altare e di pagare il matrimonio, come tradizione vuole. Per farlo, decide di usare i risparmi di una vita, investiti nella banca di fiducia. Ma scopre troppo tardi che quei soldi, in realtà, non sono al sicuro: ha acquistato azioni e non obbligazioni, come credeva. Spinto da un direttore bancario privo di scrupoli, Antonio finisce schiacciato dai debiti e dall’umiliazione.
Netflix, titolo imperdibile: spirale discendente verso la tragedia
La seconda parte del film cambia tono, diventando sempre più cupa. Le voci sul fallimento della banca diventano realtà. Antonio perde tutto, anche la speranza. In un gesto disperato, decide di affrontare chi considera responsabile del suo tracollo. Il finale è amaro, struggente, ma mai forzato. L’umanità di Antonio emerge in ogni scena: un uomo semplice, onesto, che si trova schiacciato da un sistema che non comprende e che lo tradisce. La tragedia non è spettacolarizzata, ma mostrata con rispetto e partecipazione. È un grido silenzioso contro l’indifferenza. Con Cento domeniche, Antonio Albanese dimostra ancora una volta il suo talento poliedrico. La sua interpretazione è intensa, vera, lontana da ogni retorica. La regia sobria, attenta ai dettagli quotidiani, costruisce un racconto che parte dalla leggerezza per arrivare a una riflessione profonda sul valore della dignità.
Guardarlo su Netflix oggi significa fare i conti con un pezzo della nostra storia recente, ma anche riconoscere le fragilità di un’intera generazione di lavoratori che hanno creduto nelle istituzioni e si sono ritrovati con niente in mano. Non è solo la storia di Antonio. È la storia di tanti. Parla della fiducia, quella che si dà alle banche, alle promesse, alle persone. Parla di chi ha sempre lavorato, risparmiato, sognato un futuro migliore per i figli. E di come tutto questo può crollare in un attimo, senza colpa ma con infinite conseguenze. Non è un film facile, ma è un film necessario. E oggi è a portata di click su Netflix. La pellicola è stata presentata alla Festa del Cinema di Roma 2023, ottenendo candidature ai David di Donatello e ai Nastri d’Argento. Il pubblico ha apprezzato soprattutto la sincerità del racconto e la delicatezza della messa in scena. Unico appunto: il finale, per alcuni, era prevedibile. Ma forse, proprio per questo, ancora più dolorosamente realistico.
