RaiPlay, Napoli, anni Settanta. Un uomo cammina da solo sotto la pioggia. È Peppino Lo Cicero. Un tempo era un sicario. Oggi è solo un padre in cerca di pace. Ma quella pace viene spezzata. Suo figlio, Nino, viene ucciso. Da quel momento, Peppino è costretto a fare ciò che pensava di aver dimenticato: imbracciare una pistola. E cercare vendetta.
Su RaiPlay, è disponibile uno dei film italiani più coraggiosi degli ultimi anni. “5 è il numero perfetto” è un noir rarefatto e poetico. Un’opera firmata da Igort, al debutto come regista dopo anni come autore di graphic novel. La pellicola è un viaggio nella Napoli più oscura. Quella che non hai mai visto. Non c’è il sole. Non ci sono cliché. C’è la nebbia. Ci sono silenzi. C’è il dolore che non si spegne.
Toni Servillo è straordinario. Il suo Peppino è una maschera di pietra. Ma dentro, brucia come una fiamma. Accanto a lui, Valeria Golino, magnifica e intensa. È Rita, la donna che ha amato Peppino tutta la vita. Per questa interpretazione ha vinto il David di Donatello nel 2020. Il cast è un affresco umano impressionante. Carlo Buccirosso interpreta Totò ‘O Macellaio, complice e amico di sempre. Ci sono anche Iaia Forte, Marcello Romolo, Nello Mascia, Vincenzo Nemolato, Giovanni Ludeno, Mimmo Borrelli e molti altri. Il film è diviso in cinque capitoli. Ognuno è un tassello della discesa nell’abisso. E della lenta, impossibile, rinascita.

RaiPlay, perché guardare oggi 5 è il numero perfetto: una perla noir che ti entra nella pelle
Questa sera si assegnano i David di Donatello 2025. È il momento perfetto per riscoprire un’opera che ha lasciato il segno nel cinema italiano. 5 è il numero perfetto ha ottenuto 9 candidature ai David e vinto con Valeria Golino. Ha conquistato anche 5 nomination ai Nastri d’Argento e ben 7 premi alla Chioma di Berenice. È stato presentato a Venezia, alle Giornate degli Autori della 76ª Mostra del Cinema. Non è un film qualunque. È una dichiarazione d’amore per il noir. E per la narrazione visiva del fumetto.
Il film è tratto da una graphic novel pubblicata in 15 paesi. Ha vinto premi a Francoforte e al Romics. Ma portarlo al cinema non è stato facile. Ci sono voluti 13 anni di lavoro e 10 stesure della sceneggiatura. All’inizio, si era pensato di affidare la regia a Johnnie To. Si era parlato anche di Lucio Dalla per un ruolo. Ma alla fine Igort ha scelto di raccontare in prima persona. Con la sua estetica. Con il suo passo.
La Napoli del film è cupa, stilizzata, notturna. Più vicina a Sin City o Dick Tracy che a Gomorra. Non è realismo. È una visione. Ed è questo che la rende indimenticabile. Il montaggio firmato da Esmeralda Calabria e Walter Fasano crea ritmo e sospensione. La colonna sonora, firmata D-Ross & Startuffo, è cupa e perfetta. Guardare oggi 5 è il numero perfetto significa immergersi in una storia dove la violenza non è fine a sé stessa. È un grido, un tentativo di riscatto. E anche una riflessione sulla vecchiaia, sulla memoria, sull’amore che resiste al tempo.
Il finale è spiazzante. Crudo. Eppure profondamente poetico. Ti resta addosso come il rumore della pioggia su una lastra di marmo. Non lo dimenticherai. Su RaiPlay, è disponibile per tutti. Gratuitamente. Ma pochi lo conoscono. E ancora meno l’hanno davvero visto fino in fondo.
Se ami il cinema che osa, quello che fonde fumetto, tragedia e vendetta, questa è la visione da fare. Solo oggi, in una serata di premi, vale riscoprire un gioiello che ha già vinto. “5 è il numero perfetto” non è solo un film. È un’esperienza visiva. Un noir italiano che sembra venire da un altro mondo. E che racconta, con stile, ciò che ci rende umani: l’amore, il lutto, la lealtà.
