Francesca Chillemi e Giovanni Scifoni brillano in Che Dio ci aiuti 8, ma dopo la puntata dell’1 maggio 2025 il problema non si può più ignorare. La fiction Rai è ancora amatissima. Ha trovato una nuova energia. Nuovi volti, nuove storie, nuove emozioni. Eppure manca qualcosa. E lo sentiamo tutti.
La Casa del Sorriso è il cuore di questa stagione, ambientata a Roma. Suor Azzurra guida un gruppo di ragazze con passati difficili. Accanto a lei, il dottor Lorenzo Riva, interpretato da Scifoni, cerca di salvare anime ferite.
Che Dio ci aiuti è sempre stata una fiction capace di mescolare commedia e profondità. Ma ora sembra rimasta solo la prima. Nella puntata dell’1 maggio, intitolata “Omnia vincit amor”, si toccano temi forti: un bambino abbandonato, una madre in fuga, una crisi di coppia tra Cristina e Pietro. Si parla anche di violenza di genere con Melody e il ritorno del suo ex. E di identità con Olly, in crisi dopo la psicoterapia. Tutto sembra perfetto. Eppure no. Qualcosa stride. E da ieri sera, quella stonatura è diventata impossibile da ignorare.
Chi segue la fiction fin dalla prima stagione lo sa bene: non solo manca Suor Angela e manca Elena Sofia Ricci. Ma soprattutto manca quella spiritualità che ti prendeva alla gola.

Che Dio ci aiuti 8, una fiction che funziona, ma non emoziona più davvero
Francesca Chillemi è convincente. Ha trovato la giusta maturità per reggere il peso della serie. Anche Scifoni è una scelta vincente. I due funzionano. Gli attori giovani – Cristina, Melody, Corrado, Olly – portano aria fresca. Le dinamiche sono ben scritte. Le storie tengono incollati allo schermo. Ma quella che un tempo era un’alternanza di leggerezza e riflessione, oggi sembra una sequenza di situazioni a effetto. Un po’ come un collage ben fatto, ma senz’anima.
La profondità che Suor Angela sapeva dare con un semplice sguardo, oggi è solo un ricordo. Nessuno riesce a colmare quel vuoto. Neanche Azzurra, nonostante l’impegno. Il pubblico ha notato il cambiamento. I social lo confermano: “Bello, ma non è più come prima” è il commento più diffuso. Le macchiette, prima, erano solo un contorno. Servivano a far brillare i momenti intensi. Ora riempiono quasi tutto. E quando arriva la parte seria, è troppo tardi.
La puntata dell’1 maggio lo ha reso evidente. Perfetta sulla carta. Ma emotivamente fredda. Un esercizio di stile, non un abbraccio all’anima. Forse la fiction Rai ha voluto rinnovarsi troppo in fretta. O forse ha solo perso la sua guida spirituale. In ogni caso, il cuore ora batte più piano. Il finale di stagione è vicino. La Casa del Sorriso rischia la chiusura. I personaggi sono pronti a scegliere il loro futuro. Ma la vera domanda è un’altra: riuscirà Che Dio ci aiuti 8 a ritrovare l’emozione che l’ha resa unica? Per ora, la risposta – dopo la puntata di ieri – sembra un doloroso no.
