Stasera in tv, su Rai 5 alle 21:15, va in onda Veleno, film del 2017 diretto da Diego Olivares. Protagonisti sono Luisa Ranieri e Massimiliano Gallo, volti amatissimi della fiction italiana. Ma questa volta non interpretano Lolita Lobosco o Vincenzo Malinconico. Qui raccontano una storia vera. Dura. Cruda. Necessaria.
Veleno è ambientato nella Terra dei Fuochi, in Campania. Parla della lotta di una famiglia di allevatori contro la camorra, la corruzione e l’inquinamento ambientale. Una battaglia per difendere la propria terra. Per non piegarsi ai ricatti. Per non morire in silenzio.
Il film è ispirato alla storia vera di Arcangelo Pagano, vittima dell’ecomafia. La sceneggiatura si nutre della realtà. Di roghi tossici, di discariche abusive e di una malattia che colpisce chi non ha colpe. Solo la sfortuna di vivere in una zona contaminata.
Veleno è stato girato nei luoghi reali del casertano. Mostra senza filtri ciò che molti fingono di non vedere. E lo fa con il dialetto napoletano stretto, sottotitolato in italiano per non perdere nulla della sua autenticità.
Il film è stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2017, nella Settimana Internazionale della Critica. Agli Nastri d’Argento 2018 ha ricevuto due candidature: Miglior attrice protagonista per Luisa Ranieri e Miglior canzone originale.
Nel cast anche Salvatore Esposito (celebre per Gomorra) nel ruolo dell’avvocato Rino Caradonna, volto della camorra. Accanto a lui Miriam Candurro (Adele), Gennaro Di Colandrea (Ezio), Marianna Robustelli (Lucia), Nando Paone (Donato Vasile) e Enzo Casertano (l’oncologo).

Luisa Ranieri e Massimiliano Gallo in un film civile, che lascia il segno e parla al cuore
Cosimo e Rosaria Cardano sono una coppia semplice. Lavorano duramente, allevano bufale, credono nel futuro. Ma la loro terra viene contaminata da rifiuti tossici. Le falde sono inquinate. Gli animali si ammalano. E anche Cosimo, un giorno, riceve una diagnosi terribile.
Quando Cosimo si ammala gravemente, la lotta passa a Rosaria. È lei a dover resistere. È lei a sfidare la paura, la camorra e l’omertà. Il suo volto è quello di Luisa Ranieri, intensa, coraggiosa, memorabile.
Veleno racconta una realtà italiana che troppo spesso viene ignorata. Lo fa senza retorica. Con immagini forti. Con emozioni vere. È cinema civile. È denuncia. Ma è anche poesia. E memoria.
Il film si inserisce in quel filone che da Gomorra a Il sindaco del Rione Sanità ha segnato il nuovo realismo italiano. Qui, però, l’eroe è una donna. Una madre. Una moglie. Un simbolo di resistenza.
Chi ha amato Luisa Ranieri come Lolita Lobosco e Massimiliano Gallo come Vincenzo Malinconico li scoprirà sotto una nuova luce. Più drammatica, vera e potente.
Guardare Veleno è un atto di consapevolezza. È capire che la bellezza della nostra terra non basta se viene abbandonata alla violenza e al degrado. È ricordare che dietro ogni tumore, ogni terreno bruciato, c’è una scelta politica. E c’è chi ha detto no.
Questa sera, Rai offre molto più di un film. Offre una testimonianza. Una ferita. Una possibilità di riscatto. Veleno è un pugno nello stomaco. Ma anche una carezza alla verità.
