Stasera in tv alle 21:25 su Rete 4 torna un capolavoro che ha lasciato il segno: Il re dei re (King of Kings), kolossal del 1961 diretto da Nicholas Ray. Un film che non si limita a raccontare la vita di Gesù Cristo, ma la scolpisce sullo schermo con una forza visiva e spirituale che ancora oggi sconvolge.
Nel ruolo del Nazareno c’è Jeffrey Hunter, dallo sguardo limpido e penetrante. Accanto a lui, un cast internazionale: Siobhán McKenna è Maria, Rip Torn è Giuda, Harry Guardino è Barabba. Robert Ryan interpreta Giovanni Battista, mentre Hurd Hatfield veste i panni di Ponzio Pilato. C’è anche Brigid Bazlen nel ruolo conturbante di Salomè. Frank Thring è Erode Antipa, Viveca Lindfors interpreta Claudia Procula, e Grégoire Aslan dà il volto a Erode il Grande. Guy Rolfe è Caifa, Royal Dano è Pietro, Carmen Sevilla è Maria Maddalena e Gérard Tichy è Giuseppe. Al centro di tutto, la voce narrante originale di Orson Welles: intensa, solenne, indimenticabile.
Il film si apre nel 63 a.C. con la conquista di Gerusalemme da parte di Pompeo Magno. L’occupazione romana segna l’inizio di un’epoca di tensione e violenza. In questo contesto nasce Gesù, in una stalla di Betlemme, durante il censimento. L’ordine di Erode di massacrare gli innocenti spinge Maria e Giuseppe a fuggire in Egitto. Quando Gesù torna adulto, riceve il battesimo da Giovanni Battista. Inizia così la sua predicazione. Compie miracoli, raccoglie discepoli, predica la pace in un mondo assetato di rivolta. Mentre Barabba incita alla lotta armata, Gesù predica l’amore per i nemici.
Il tradimento di Giuda, l’ultima cena, il processo davanti a Ponzio Pilato, la crocifissione e infine la resurrezione: ogni scena è carica di simbolismo e pathos. La regia di Nicholas Ray fonde l’epica con il sacro, creando un’opera che trascende il tempo. Miklós Rózsa firma una colonna sonora che vibra di dolore e speranza. Il film venne candidato ai Golden Globe del 1962 per la miglior colonna sonora originale. Una musica che accompagna lo spettatore lungo un cammino di fede, sofferenza e redenzione.
Stasera in tv tra cieli spagnoli e scene di massa: l’epopea cinematografica di un Gesù mai visto prima
Il re dei re non è solo narrazione sacra. È cinema allo stato puro. Le riprese si sono svolte interamente in Spagna, sfruttando paesaggi naturali per potenziare la maestosità visiva. Il Discorso della Montagna è stato girato a Chinchón. Il Golgota a Navacerrada. Il Giordano a El Fresno, e il Mar di Galilea presso il Lago Alberche.
Ogni ambientazione è studiata. Ogni dettaglio è scolpito nella luce naturale. Il kolossal di Nicholas Ray rompe una tradizione consolidata: per la prima volta il volto di Gesù è mostrato chiaramente. Fino ad allora, era stato solo accennato, suggerito, sfumato. Qui, invece, il protagonista ha un volto umano, riconoscibile, struggente.

La pellicola è nota anche per le spettacolari scene di massa. Migliaia di comparse popolano il set, creando un senso di immersione totale. Ma la vera potenza del film sta nel contrasto tra grandezza esteriore e intimità interiore. Ogni inquadratura sembra chiedere: cosa significa davvero credere?
Il re dei re è stato rivalutato nel tempo. Oggi viene considerato un classico assoluto del cinema religioso e storico. È un’opera che invita a riflettere, a sentire, a guardare oltre. Non solo un film, ma una preghiera in movimento. In un’epoca dominata da effetti speciali e blockbuster dimenticabili, questo kolossal resiste. Perché ha qualcosa che tanti film moderni non hanno più: anima. Stasera in tv, lasciati travolgere da una storia che scuote, commuove, trasfigura. Perché Il re dei re non si guarda soltanto. Si vive. E dopo, non sei più lo stesso.
