Se hai amato Costanza, non perderti questo film premiato a Cannes e ai David: una madre, un viaggio, un dolore

Hai seguito Costanza fino all’ultima puntata e adesso senti un vuoto? Hai amato il suo stile raffinato, il ritmo lento e l’intensità emotiva? Allora c’è un film che devi assolutamente vedere: Piccolo Corpo di Laura Samani.

Piccolo Corpo è uno dei film italiani più poetici e sorprendenti degli ultimi anni. Premiato ai David di Donatello, candidato ai Nastri d’Argento e presentato con successo al Festival di Cannes, ha incantato il pubblico con la sua forza silenziosa e la sua bellezza ruvida. Disponibile su RaiPlay, il film è un viaggio fisico e spirituale che non assomiglia a nessun’altra storia. Racconta una madre, una perdita e un cammino impossibile. Lo fa con una grazia che ricorda le grandi pagine del miglior cinema italiano.

Guarda gratis questo film che lascia il segno: cast, regia e premi

Celeste Cescutti è la protagonista assoluta. La sua interpretazione è magnetica, intensa, indimenticabile. Accanto a lei, una sorprendente Ondina Quadri, già nota per ruoli di grande sensibilità. Completano il cast Marco Geromin, Giacomina Dereani, Anna Pia Bernardis, Angelo Mattiussi, Luca Sera, Teresa Cappellari e Marzia Corinna Mainardis.

La regia di Laura Samani è raffinata, potentissima nella sua semplicità. Ogni inquadratura è curata, ogni silenzio ha un peso. Un debutto alla regia che ha sorpreso e commosso la critica internazionale. Piccolo Corpo ha vinto il David di Donatello come Miglior Regista Esordiente. È stato anche candidato al Festival di Cannes. Un trionfo che nessuno si aspettava, ma che il pubblico ha accolto con entusiasmo.

Tra mito, religione e radici italiane: perché ti piacerà se ami Costanza

Il film è ambientato nei primi del Novecento, in un Friuli arcaico, lontano dal mondo. Qui, una giovane madre perde la figlia appena nata. Ma crede fermamente che, se battezzata, la bambina potrà salvarsi. Inizia così un viaggio impossibile: portare il corpo della figlia fino a un santuario che pratica il battesimo post mortem.

Questa trama tocca corde universali. Ma è profondamente radicata nella cultura popolare italiana, nei riti antichi, nel rapporto con la morte e la speranza. È un’Italia che non vediamo più, ma che vive nella memoria collettiva.

Se hai apprezzato la complessità familiare e il dolore trattenuto di Costanza, in Piccolo Corpo troverai la stessa intensità. Ma in forma ancora più scarna, viscerale. Ogni scena è una piccola preghiera visiva. Ogni passo della protagonista è un colpo al cuore.

Ricorda, per certi versi, opere come La meglio gioventù per l’attenzione al contesto storico, o Le meraviglie di Alice Rohrwacher per il legame con la terra e la dimensione magica del quotidiano.

Costanza
Un frame di Piccolo Corpo

Un film raro, come un rituale perduto

Curiosità: il film è stato girato in friulano. I dialoghi sono pochi, ma carichi di senso. La colonna sonora è quasi assente, sostituita da suoni naturali, vento, passi, acqua. Questa scelta registica esalta l’atmosfera sospesa, quasi mistica. Piccolo Corpo ha avuto un impatto forte anche nelle scuole e nei cineforum. È stato studiato come esempio di rinascita del cinema d’autore italiano. Ha riaperto un dialogo sulla maternità, la spiritualità e il lutto. E lo ha fatto senza retorica, con poesia e verità.

In un panorama spesso dominato da fiction veloci e prodotti seriali, Piccolo Corpo è un’opera unica. Come Costanza, è una storia di donne, di coraggio, di perdita. Ma con una profondità ancora più arcaica e universale. Guardalo su RaiPlay e lasciati trasportare. Non è un film che si dimentica. È un film che si porta addosso.

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