Silvia Toffanin rischia grosso con Verissimo: il programma avrà la stessa (e unica) pecca di Domenica in?

Silvia Toffanin è amatissima, ma Verissimo rischia l’effetto fotocopia. Gli ospiti di sabato e domenica sembrano sempre gli stessi. Cosa sta succedendo?

Verissimo in crisi d’identità: Silvia Toffanin sempre più vicina al modello Mara Venier

Silvia Toffanin è senza dubbio una delle conduttrici più eleganti e apprezzate della TV italiana. Da anni tiene saldo il timone di Verissimo, il talk di Canale 5 diventato appuntamento fisso per milioni di telespettatori. Tuttavia, qualcosa sta cambiando. Puntata dopo puntata, il format sembra avvicinarsi sempre più a quello di Domenica In, lo storico contenitore di Rai 1 guidato da Mara Venier. E questo – per chi conosce la tv generalista – può diventare un’arma a doppio taglio. Ma qual è il dettaglio che accomuna i due programmi?

Sabato 29 e domenica 30 marzo 2025, Verissimo ospiterà tanti volti noti. Sabato: Luca Zingaretti, Benji & Fede, i fratelli Sansoni per il loro nuovo film, un omaggio a Nadia Cassini, Ema Stockholma, Asia e Vybes (primi eliminati di Amici 24). Domenica: la coppia Gerry Scotti e Michelle Hunziker (di nuovo!), Rudy Zerbi e Alessandra Celentano, Roby Facchinetti, Pamela Petrarolo, Eleonora Cecere, Ilaria Galassi, Guenda Goria. Ospiti forti? Certo. Ma se si guarda bene, c’è un déjà-vu costante. Michelle Hunziker e Gerry Scotti sembrano di casa a Verissimo, con un numero impressionante di presenze nell’ultimo anno. Idem per Zerbi e la Celentano, sempre più protagonisti anche fuori dal contesto Amici.

La somiglianza con la domenica pomeriggio di Mara Venier su Rai 1 diventa evidente: ospiti che ritornano sempre, emozioni costruite a tavolino, applausi prevedibili. Ma Domenica In ha alle spalle una storia che giustifica certi automatismi. Verissimo, invece, nasce come programma diverso: più giovane, più raffinato, con interviste intime e mai urlate. Ecco perché questa trasformazione preoccupa. La sfida del sabato e della domenica su Canale 5 ora non ha più il traino di Amici di Maria De Filippi, che con l’inizio del serale è passato al sabato sera. Senza quel boost, la Toffanin deve reinventarsi.

Mediaset ha creduto nel doppio appuntamento di Verissimo, ma mantenere alta la qualità per cinquanta puntate l’anno è un’impresa. Le emozioni sembrano diventate un meccanismo, non più una sorpresa. Il rischio è dietro l’angolo: diventare l’ennesimo talk show del weekend, indistinguibile da altri. E la concorrenza – specie da parte della Rai – non aspetta altro.

Verissimo tra strategia e ripetitività: l’arma vincente del programma Mediaset è ancora efficace?

Il pubblico ama Silvia Toffanin, la sua voce pacata, il suo stile misurato, la sua capacità di emozionarsi. Ma Verissimo rischia la saturazione. Non basta chiamare sempre gli stessi ospiti noti o nostalgici per garantire ascolti. Eleonora Cecere, Ilaria Galassi, Pamela Petrarolo e persino Guenda Goria possono risvegliare ricordi, ma non bastano a costruire una narrazione forte. Serve un colpo di scena, un’idea che rompa il cliché dell’intervista emozionale che finisce con la lacrima.

Silvia Toffanin
Silvia Toffanin a Verissimo

Mara Venier ha costruito un impero emotivo su Domenica In, ma dopo anni il suo stile mostra i segni del tempo. Il pericolo per la Toffanin è seguirne troppo da vicino il percorso. Ospiti come Gerry Scotti e Michelle Hunziker funzionano – sono nomi forti per Mediaset – ma abusarne toglie freschezza. Il pubblico se ne accorge.

Un altro problema: senza Amici di Maria De Filippi come trampolino, la domenica di Verissimo perde forza. Il pubblico giovane che seguiva il talent non si riversa automaticamente su Toffanin. Ecco perché, invece, puntare su Asia e Vybes del cast di Amici 24 è strategico, ma deve accompagnarsi a contenuti nuovi.

Il modello Verissimo funziona quando rompe gli schemi. Quando la Toffanin porta in studio storie forti, magari scomode, ma autentiche. O quando intervista chi non va mai in tv. È lì che brilla. È lì che diventa unica. Altrimenti rischia davvero di scivolare in una routine che somiglia troppo a quella della concorrenza targata Rai.

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