Che Dio ci aiuti 8 e Mare Fuori 5: il filo invisibile che lega le due fiction Rai più amate

Che Dio ci aiuti 8 e Mare Fuori 5 confermano il successo delle fiction Rai: ecco il dettaglio che tiene accesa la passione del pubblico.

Che Dio ci aiuti 8 e Mare Fuori 5: la nuova vita delle fiction Rai più amate

Nel vasto universo delle fiction Rai, poche serie riescono a mantenere viva la fiamma dell’interesse come Che Dio ci aiuti 8 e Mare Fuori 5. Eppure, entrambe erano a un passo dal cadere nel baratro della ripetitività. La prima, quasi privata delle colonne storiche Suor Angela (Elena Sofia Ricci) e Suor Costanza (Valeria Fabrizi), ha rischiato grosso. La seconda, con un cambio totale alla regia e una sfilza di personaggi che hanno salutato l’IPM, si è trovata davanti a un bivio.

Nonostante tutto, Che Dio ci aiuti 8 è riuscita a rilanciarsi puntando tutto su Francesca Chillemi, straordinaria nel ruolo di Suor Azzurra, ormai diventata il vero perno della narrazione. Accanto a lei, Giovanni Scifoni nei panni di Lorenzo ha portato quella freschezza emotiva che serviva alla serie per non spegnersi. Ma il merito non va solo agli attori. La sceneggiatura ha compiuto una vera impresa: ha saputo reinventarsi, evitando di “spremere” i personaggi storici e introducendo volti nuovi senza perdere identità.

Parallelamente, Mare Fuori 5, rilasciato integralmente su RaiPlay a partire da mercoledì 26 marzo e in onda in chiaro su Rai 2, ha fatto qualcosa di molto simile. Con il passaggio di consegne alla regia da Ivan Silvestrini a Ludovico Di Martino, la serie ha cambiato pelle. Eppure non ha dimenticato le sue radici: Rosa Ricci (Maria Esposito), Carmela (Giovanna Sannino), Cardiotrap (Domenico Cuomo), Silvia (Clotilde Esposito), Micciarella (Giuseppe Pirozzi), Cucciolo (Francesco Panarella), Milos (Antonio D’Aquino), Pino (Artem), Alina (Yeva Sai), Dobermann (Enrico Tijani), Donna Wanda (Pia Lanciotti), Massimo (Carmine Recano), la direttrice Sofia (Lucrezia Guidone), Beppe (Vincenzo Ferrera), Lino (Antonio De Matteo) e tanti altri restano pilastri emotivi.

Entrambe le fiction hanno dimostrato che rinnovare non significa cancellare, ma costruire su basi solide. E questo equilibrio tra passato e futuro le ha rese, ancora una volta, imbattibili.

Che Dio ci aiuti 8
Rosa Ricci, Maria Esposito in Mare Fuori 5

Fiction Rai: rinnovare la serialità senza perdere il pubblico

Il vero miracolo di Che Dio ci aiuti 8 e Mare Fuori 5 non è solo aver mantenuto alto il livello della scrittura. È aver capito quando cambiare. Nella nuova stagione della fiction con Francesca Chillemi, il rischio di adagiarsi sulla nostalgia era dietro l’angolo. Ma gli sceneggiatori hanno scelto la via più difficile: abbandonare (quasi del tutto) i personaggi storici, come quello di Suor Angela, per dare spazio a nuove storie, con temi attuali e personaggi sfaccettati. Così Che Dio ci aiuti 8 è riuscita a restare contemporanea e coinvolgente.

Anche Mare Fuori 5 ha fatto una scelta simile. Ha lasciato andare protagonisti storici come Carmine Di Salvo (Massimiliano Caiazzo) e Edoardo Conte (Matteo Paolillo) e ha spostato il cuore narrativo su volti meno noti, ma altrettanto forti. Il risultato? Un racconto che pulsa di vita e continua ad attrarre un pubblico giovane e fedele. Merito della scrittura, certo, ma anche del coraggio produttivo della Rai, che ha deciso di non fossilizzarsi sul già visto.

La verità è che entrambe le serie hanno capito qualcosa di fondamentale: la fidelizzazione passa attraverso l’evoluzione. Se Che Dio ci aiuti 8 avesse insistito su Suor Angela, o Mare Fuori 5 avesse forzato ancora le dinamiche di Carmine e Rosa, il rischio sarebbe stato altissimo. Invece, l’una ha puntato sulla trasformazione di Azzurra in figura centrale, l’altra su un gruppo corale che si reinventa a ogni stagione.

Questa capacità di guardare al futuro tenendo un piede nel passato è ciò che accomuna le due fiction Rai più forti del momento. Un equilibrio difficile, ma vincente. E mentre il pubblico continua a seguire con entusiasmo sia su Rai 1 che su Rai 2, è chiaro che questa è la strada giusta per tenere viva la serialità italiana, senza cadere nella noia.

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