Stasera in tv Il piccolo grande uomo, un cult indimenticabile con un incredibile Dustin Hoffman e un’interpretazione da Oscar di Chief Dan George. Da vedere assolutamente.
Stasera in tv risplende un gioiello del cinema: Dustin Hoffman in un ruolo leggendario
Il cinema regala sorprese, ma raramente emoziona come accade con questo titolo straordinario. Stasera in tv, su RaiMovie alle 21:10, va in onda Il piccolo grande uomo (Little Big Man), capolavoro del 1970 firmato da Arthur Penn. Un film che ha fatto scuola, ha emozionato generazioni e oggi si presenta come una vera pietra miliare della storia del cinema. Il protagonista è un indimenticabile Dustin Hoffman, qui in una delle sue interpretazioni più complesse e coinvolgenti: veste i panni di Jack Crabb, un centenario che racconta la sua lunga vita segnata da eventi straordinari.
In un racconto epico che attraversa la storia americana, il film fonde western, dramma e satira sociale con una maestria che pochi altri titoli possono vantare. Il personaggio di Jack, che da bambino viene catturato dai Cheyenne, cresce immerso in due culture e cambia identità più volte. Hoffman interpreta il protagonista in ogni fase della vita, anche da centenario: un’impresa recitativa acclamata in tutto il mondo.
Al fianco dell’attore, brilla Chief Dan George, nella parte del nonno indiano “Vecchio Pelle di Falco”, ruolo che gli valse una nomination all’Oscar come miglior attore non protagonista. Una performance delicata e profonda, carica di umanità, che ancora oggi viene studiata nelle scuole di recitazione.

Il piccolo grande uomo si distingue non solo per le sue interpretazioni iconiche, ma anche per il modo in cui Arthur Penn affronta con coraggio i temi del colonialismo, della violenza e dell’identità. Il film, ispirato al romanzo omonimo di Thomas Berger, fu una risposta intelligente e audace ai classici western hollywoodiani. Qui, i nativi americani non sono nemici selvaggi, ma esseri umani ricchi di cultura e dignità. Un ribaltamento di prospettiva che ha fatto epoca.
La pellicola ricevette un’accoglienza entusiasta anche in Europa e fu tra i primi titoli a mostrare l’assurdità della guerra e la complessità dell’uomo bianco e dell’indiano, in un’epoca in cui il cinema cercava verità scomode. Oltre alla candidatura agli Oscar, il film ottenne numerosi premi e riconoscimenti internazionali. La critica lo definì “un’opera rivoluzionaria per il genere western”.
Dustin Hoffman, reduce dal successo de Il Laureato e in procinto di girare Il maratoneta, accettò la sfida nonostante avesse appena trentatré anni. Grazie a un trucco eccezionale (che richiedeva ore di preparazione), riesce a rendere credibile un personaggio centenario con una delicatezza rara. Il suo Jack Crabb è cinico e tenero, disilluso ma non vinto, testimone ironico e dolente della violenza dell’America di fine Ottocento.
Anche Chief Dan George, poeta e attivista per i diritti dei nativi, contribuì con il suo carisma a rendere autentico il film. Pochi sanno che alcune delle sue battute furono improvvisate, e che per lui recitare accanto a Hoffman fu una delle esperienze più emozionanti della sua vita. La scena in cui affronta il suo destino con dignità è tra le più commoventi del film.
Stasera in tv, se non vuoi vedere un capolavoro con Tom Cruise, Demi Moore e Jack Nicholson, su RaiMovie alle 21:10, Il piccolo grande uomo torna a brillare. Non perdertelo: è un’esperienza che arricchisce, che commuove e che – oggi più che mai – merita di essere (ri)scoperta.
